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Omicidio Massimo Melis, è Luigi Oste l’uomo fermato nella notte dalla polizia

06 Novembre 2021 - 08:11 Redazione
massimo melis ucciso luigi oste fermato
massimo melis ucciso luigi oste fermato
Il sospettato è stato interrogato a lungo in procura. A suo carico le immagini delle telecamere di videosorveglianza e alcuni messaggi su Whatsapp

Si chiama Luigi Oste, 62 anni, pregiudicato, originario di Piazza Armerina (Enna) l’uomo nella notte dalla polizia a Torino in relazione all’omicidio di Massimo Melis. L’operatore della Croce Verde è stato ucciso con un colpo di pistola alla tempia nella sua automobile parcheggiata in via Gottardo, alla periferia della città, lo scorso 31 ottobre. Il sospettato è stato interrogato a lungo. Conosceva Patrizia Cataldo, l’ex fidanzata e amica di Melis, e dalla donna sarebbe stato respinto. Gli investigatori stanno lavorando per far luce su molti aspetti ancora da chiarire della vicenda. Oste, il cui arresto dev’essere ancora convalidato dal gip, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Secondo la polizia Oste era invaghito di Patrizia e quando Melis è salito sull’auto gli ha sparato a bruciapelo. La vittima e l’uomo fermato vivevano a poche centinaia di metri di distanza. Oste era stato arrestato a giugno per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni dopo un incidente stradale. La Stampa racconta che il fermato ha raccontato la sua versione dei fatti alle 23 di ieri sera negli uffici al primo piano di via Grattoni, davanti al pm che conduce le indagini, Chiara Canepa. E ha chiesto di contattare il suo avvocato di fiducia. A suo carico ci sono le immagini di alcune videocamere nella notte dell’omicidio, alcuni messaggi email e whatsapp. Il quotidiano torna anche su Patrizia Cataldo, la donna che Melis aveva accompagnato a casa prima dello sparo in testa. Lei ha smentito di avere uno stalker che la perseguitava e ha anche detto che non era la fidanzata di Melis. Ma secondo gli amici dell’uomo in realtà i due avevano un rapporto che potrebbe essere collegato all’omicidio. Melis era precedentemente fidanzato con un’infermiera di nome Barbara. La procura indaga anche sull’arma che ha ucciso l’operatore della Croce Verde. E che potrebbe essere stata usata in precedenza per commettere altri delitti. L’uomo aveva anche problemi con un appartamento di sua proprietà: l’inquilino non pagava l’affitto e la casa era finita all’asta.

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