Covid, il rischio di un anno nuovo in zona arancione: ecco le regioni che finiranno per prime nella fascia più alta

Lo scenario (ormai concreto) di un Natale in giallo non è l’unica previsione a preoccupare governo ed esperti. Ecco i territori candidati alle restrizioni più dure

Sempre più vicini alla zona arancione. Tra ricoveri in continua crescita e una stagione invernale che non aiuta, lo scenario (ormai concreto) di un Natale in giallo per gran parte d’Italia non è l’unica previsione a preoccupare governo ed esperti. Lo ha detto Guido Rasi, consulente scientifico del commissario straordinario per l’emergenza Covid, lo ha ribadito lo stesso generale Francesco Paolo Figliuolo: «Ci stiamo avvicinando, l’occupazione dei posti ospedalieri continua ad aumentare». Se le misure di zona gialla che da oggi, 20 dicembre, coinvolgeranno 12 milioni di italiani, spaventano commercianti e popolazione in generale, l’idea di un ulteriore peggioramento getta un’ombra sull’inizio del nuovo anno.


2022 in lockdown

La situazione più critica in assoluto viene registrata da due regioni in particolare: Provincia autonoma di Trento e il Friuli Venezia Giulia. Attualmente in gialla e con dei tassi di incidenza e di occupazione dei posti letto ben oltre la soglia, potrebbero passare in arancione nel periodo compreso tra il 3 e il 10 gennaio 2022. A seguire potrebbero arrivare poi Marche, Bolzano, Veneto, Liguria e Calabria. Il grafico del ricercatore Vittorio Nicoletta mostra nel dettaglio i rischi corsi dai territori nominati nel caso in cui il numero dei ricoveri dovesse aumentare al ritmo attuale.


Per il passaggio in zona arancione i territori dovranno registrare un’incidenza superiore ai 150 casi ogni 100mila abitanti, già oltrepassata in tutta Italia, il 30% di posti letto occupati nei reparti ordinari e il 20% nelle terapie intensive. Per la Provincia autonoma di Trento al momento di registra un 26% nelle terapie intensive e un 17% nei reparti ordinari.  Il Friuli Venezia Giulia riporta un’occupazione dei posti letto in rianimazione pari al 19%, in area medica al 22%. In merito alle regole restrittive di un’Italia sempre più in arancione, diventerà ancora più netta la distinzione tra i possessori del Super Green pass e di chi avrà scelto, anche per l’anno nuovo, di non vaccinarsi contro il virus. Tra le misure più severe quella di non poter uscire dal Comune di residenza se sprovvisti di Super pass sanitario, se non per motivi di lavoro, necessità o urgenza.

Zaia: «L’80% dei ricoverati non è vaccinato»

Per i passaggi di colore tutto dipenderà dall’evoluzione dei dati delle prossime settimane. A sottolinearlo poche ore fa è stato anche il presidente del Veneto Luca Zaia, a rischio di un passaggio in zona gialla che sembra non riuscire ad evitarsi. «La situazione dipenderà dall’evoluzione della nuova ondata» ha detto, sottolineando però come il dato sui ricoveri, rispetto allo stesso periodo del 2020, sia nettamente migliore. «A parità di contagiati quotidiani, rispetto al mese di dicembre dello scorso anno, io oggi ho un terzo dei ricoverati in meno», ha spiegato, «oggi ci sono 1.300 persone ricoverate, l’anno scorso ne avevamo oltre 3 mila». E ha aggiunto: «Questa mattina abbiamo 167 ricoverati in terapia intensiva con l’80% che è non vaccinato. In Veneto il 13% della popolazione non è vaccinata. Il vaccino sta facendo la sua funzione, i dati ci dicono che c’è un abbattimento di 6 volte di infettarci e 8 volte di ricovero», ha concluso, invitando la popolazione alla scelta di immunizzarsi.

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