Airbnb contro le feste, arriva l’algoritmo che capisce se la prenotazione è per un party

Continua la guerra del colosso degli affitti brevi contro le feste. Già nel 2020 erano stato istituito un divieto «temporaneo» che è diventato definitivo a giugno 2022

Il colosso degli affitti brevi Airbnb ha annunciato che impiegherà un algoritmo che analizza le prenotazioni per capire se chi l’ha effettuata vuole organizzare una festa nell’appartamento in affitto. La novità riguarderà inizialmente gli Stati Uniti e il Canada, dopo che nelle scorse settimane è stata testata in Australia. «L’algoritmo terrà in conto fattori come lo storico delle recensioni positive (o la loro assenza), da quanto chi prenota è iscritto alla piattaforma, la durata della permanenza, la distanza dalla casa prenotata, se si tratta di un giorno lavorativo o del fine settimana», oltre ad altri elementi, si legge nel comunicato dell’azienda. All’atto pratico, gli utenti segnalati dall’algoritmo non potranno prenotare «intere case, ma solo stanze private, dove è più probabile che il locatore sia presente». «L’obiettivo è primario è quello di ridurre l’abilità delle mele marce di dare feste non autorizzate che hanno un impatto negativo sui nostri host, sui vicinati e sulle comunità», continua la nota.


Il divieto contro ogni tipo di festa

La mossa di Airbnb arriva poche settimane dopo la decisione del 28 giugno di impedire definitivamente ogni tipo di festa nelle proprietà affittate tramite il sito. Il divieto era di fatto già in atto: era stato annunciato come temporaneo nel 2020, ma da quest’anno è diventato permanente. Già nel 2019 la compagnia aveva proibito le feste a invito aperto sui social media. Le restrizioni sono state imposte poiché negli ultimi anni sia i locatori che i vicinati hanno hanno registrato danni alle proprietà, senza contare i disturbi provocati ai vicini. La società è fiduciosa sull’efficacia della nuova misura: «Abbiamo registrato una diminuzione della frequenza delle feste del 35 per cento nelle aree dell’Australia dove l’algoritmo è stato applicato» si legge nel comunicato. Il sistema provato sul territorio australiano ha avuto la meglio su quello testato in Nord America, dove per un periodo, a tutti gli utenti minori di 25 anni è stato impedito di prenotare proprietà vicine alla loro residenza abituale. La compagnia offre ai vicinati anche un servizio telefonico a cui rivolgersi in caso di disturbo


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