Venezia, una turista tenta di suicidarsi. Afferrata al volo da un poliziotto: «Non chiamatemi eroe»
«Ho pensato solo di salvarla senza preoccuparmi dei rischi che potevo correre. E non chiamatemi eroe. Ho fatto solo il mio dovere e sono felice perché ho potuto aiutare una persona in un momento di forte difficoltà». Alberto Crispo, 29 anni di Matera, agente del Nucleo servizi della questura di Venezia, non vuole essere lodato per il suo gesto, che rimane però degno di nota. Nella mattinata di ieri, 2 settembre, Crispo ha salvato una turista francese di appena 20 anni che, intenzionata a togliersi la vita, era a un attimo dal precipitare dal tetto della Chiesa degli Scalzi. Un volo di quasi 30 metri d’altezza che il poliziotto è riuscito a evitare per una frazione di secondo, scongiurando la tragedia: «Sono riuscito ad afferrarla proprio nel momento in cui stava staccando anche la seconda mano dal tubo dell’impalcatura, lasciandosi andare nel vuoto», ha raccontato al Gazzettino.
La dinamica
Sono le 10.45. Nei pressi del ponte degli Scalzi, a due passi dalla stazione di Santa Lucia, il viavai di persone è come al solito incessante. Tra i passanti qualcuno inizia a fermarsi, a gridare: hanno scorto una macchia arancione sul tetto della Chiesa degli Scalzi che, in ristrutturazione, è coperta dalle impalcature e dai cartelloni pubblicitari. Ci vuole poco a capire che quello che molti stanno anche filmando è una donna, dall’abito arancio acceso, che ha deciso di suicidarsi. Qualcuno dà l’allarme. A poca distanza, in servizio anti-borseggio e anti-abusivismo, ci sono l’agente Crispo e il suo compagno di pattuglia, Gianluigi Calabrese. Quando arrivano davanti alla chiesa riconoscono la ragazza dal colore dell’abito. «Circa un’ora prima – spiega Crispo a Il Gazzettino.it – l’avevamo notata seduta su una panchina lì vicino. Era scura in volto, assorta. Non ci abbiamo fatto caso. Giornate storte capitano a chiunque».
Senza perdere un attimo, Crispo si arrampica più veloce che può sulle impalcature, mentre il collega rimane sotto la chiesa, assicurandosi che la gente si mantenga a debita distanza. Arrivato sul tetto, la ragazza ha già scavalcato il parapetto di sicurezza e sta per lasciarsi andare. È questione di un attimo perché la mano di Crispo afferri la sua per salvarla. L’agente la mette in sicurezza, mentre gli applausi risuonano da terra. Poi riaccompagna giù la ragazza e con il collega Calabrese la affidano alle cure dei sanitari, circondati da chi ha assistito alla scena e non può che celebrarli. «Sono felice, perché sono stato utile a qualcuno. Io sono entrato in polizia perché volevo aiutare il prossimo e sono orgoglioso di portare questa divisa», ha detto Crispo.
Immagine di copertina: collage de Il Gazzettino.it
Leggi anche:
- Il 13enne morto dopo la caduta dal quarto piano a Gragnano: nel suo telefono insulti, minacce e inviti al suicidio
- La lite con i genitori e la fuga del ragazzo sui binari: cosa sappiamo sulla tragedia di Senigallia
- La rabbia del fidanzato di Donatella Hodo suicida in carcere: «L’hanno lasciata sola». L’avvocato: «Tutti si sono impegnati, anche il giudice»