Napoli, risponde a un’offerta come segretaria ma le propongono di fare la escort: il racconto su TikTok di una 22enne – Il video

Maria Landolfi ha ripercorso la sua esperienza: «Così un colloquio può diventare una violenza sessuale»

Un’offerta di lavoro da segretaria part-time a 20mila euro al mese si è rivelata in realtà un annuncio per fare la escort. A raccontarlo è Maria Landolfi, ragazza di 22 anni che ha parlato della sua esperienza al Corriere della Sera. «La cosa mi è sembrata subito sospetta, ma il fatto che era in una zona elitaria di Napoli mi ha spinto a pensare che forse era possibile», racconta Landolfi. Terminata la scuola, ha sempre lavorato: «Ho fatto la babysitter, l’addetta alle vendite, l’animatrice e per un breve tempo anche la segretaria», prosegue. Quest’ultimo lavoro le era piaciuto e ha pensato, quindi, di offrirsi come segretaria. «Ho costruito il mio curriculum con attenzione, mi sono fatta dare una mano da una mia amica che studia proprio formazione del lavoro», e poi inizia a cercare qualche annuncio interessante. Si imbatte in un part-time da 20 mila euro al mese in via Chiaia e invia il curriculum. Il giorno dopo le arriva un messaggio del datore di lavoro. «Voleva farmi un colloquio», racconta, «ancora prima che rispondessi mi ha chiesto se mi ritenessi una ragazza sciolta, disinvolta e disinibita».


Landolfi parla di questo scambio di messaggi con il suo ragazzo. A entrambi queste richieste sembrano strane, «ma non sapevo cosa rispondere e ho chiesto solo informazioni sul lavoro». Poi arriva la telefonata: «Non parlava di nessuna competenza, non mi chiedeva se sapessi fare una fattura, se fossi in grado di smistare email o di organizzare un’agenda. Si interessava solo alla mia foto. Poi mi ha chiesto cosa avrei indossato per un evento. Quell’uomo ormai parlava di sesso, senza nominarlo». Maria decide quindi di chiudere la conversazione dicendo che non era più interessata al lavoro. Ma il fantomatico datore di lavoro, titolare di un’azienda poi risultata inesistente, continua a mandarle messaggi dicendo che l’avrebbe pagata a seconda di «quanto sarei stata brava», che «avrei lavorato due ore al giorno per due volte alla settimana», insomma «stava cercando una escort e non una segretaria».


Alla fine, decide di bloccare il contatto, in modo da non vedere altri messaggi in arrivo, anche se quest’uomo è ancora in possesso del suo curriculum con tanto di foto, indirizzo e altri dati personali. «Ho pensato che forse mia sorella più piccola avrebbe potuto non capire la situazione e accettare una proposta di colloquio come quella che avevo ricevuto. Un colloquio di lavoro che può diventare una violenza sessuale». Da qui la decisione di pubblicare la sua storia su TikTok. Dopo tutto questo Maria tornerà a cercare un lavoro con un sogno: «Quello di avere un lavoro giusto come retribuzione e tempi e che mi faccia sentire tranquilla».

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