Meno di quattro euro l’ora per un turno da otto ore come lavapiatti: questa la paga offerta a una donna di 51 anni per lavorare nella cucina di un ristorante di Pietrasanta (Lucca). La signora, pietrasantina di origini marocchine, secondo quanto riporta La Nazione era stata contattata per coprire il ruolo di lavapiatti, ma sin da subito le avrebbero affidato anche altre mansioni. Già dal turno di prova – dalle 18 alle 23 – sono emerse i problemi: dopo la giornata, durata cinque ore, la donna ha ricevuto un compenso di dieci euro come rimborso spese, che avrebbe dovuto precedere l’eventuale assunzione a tempo determinato per i mesi estivi. In quel caso, per un turno di otto ore, la paga sarebbe “salita” a 30 euro. Il figlio ventiquattrenne della donna ha divulgato quanto accaduto: «Pensando fosse la mancia, mia madre ha chiesto spiegazioni ma si è sentita dire che quella era la paga per il lavoro in prova. Alla fine li ha presi lo stesso, ma a saperlo non ci sarebbe andata». I titolari avrebbero anche detto: «Ci siamo passati tutti, non possiamo farci nulla». Il marito della proprietaria, secondo quanto riportato dalla Nazione, gli avrebbe offerto 20 euro «per chiuderla lì». «Non li ho presi – ha detto il giovane -, questo si chiama sfruttamento, è una vergogna ed è bene che si sappia».
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