In Evidenza ENISiriaUSA
ECONOMIA & LAVOROBolletteBonusCarovitaEnergia elettricaGoverno DraghiNomisma

Allarme Nomisma sui rincari delle bollette elettriche: «Senza aiuti dal governo raddoppieranno»

27 Settembre 2022 - 19:12 Redazione
Rispetto al trimestre precedente, il pericolo è che le bollette possano aumentare fino al 100% se non ci saranno interventi statali

Per il prossimo trimestre le bollette elettriche rischiano di schizzare almeno del 60%, con un impennata del prezzo dell’elettricità di 66,6 centesimi per kWh, cioè 25 centesimi in più del precedente trimestre estivo. Dopo l’allarme lanciato da Assoutenti sui rincari in autunno, arriva la conferma delle pessime notizie per le famiglie e imprese italiane anche da Nomisma Energia che avverte come, senza interventi del governo per contenere i costi energetici, gli aumenti potrebbero portare al raddoppio delle bollette da un trimestre all’altro. Stime che comunque non possono ancora tenere conto dei nuovi metodi di calcolo che saranno aggiornati da Arera, l’autorità per l’energia, previsti per la fine di settembre con effetto sulle bollette di inizio novembre. «Dopo due trimestri in cui le bollette sono rimaste ferme grazie ai forti interventi del governo – ricorda il presidente di Nomina, Davide Tabarelli – l’Arera è costretta a rivederle al rialzo da ottobre, almeno per quelle dell’elettricità. Per quella del gas, occorre aspettare la fine del mese di ottobre, perché con il nuovo meccanismo approvato la scorsa estate, le variazioni saranno mensili e si determineranno con i prezzi effettivi del mese concluso». Nomisma prevede un rincaro del 70% in base ai prezzi del mercato spot del Psv, cioè quello all’ingrosso italiano, tendenzialmente più basso di quello di Amsterdam. Sempre se i pezzi «si stabilizzino su tutto il mese di ottobre – aggiunge Tabarelli – si avrebbe una variazione del 70% della tariffa del gas al tutelato a 210 centesimi per metro cubo. Sarebbe un valore straordinariamente alto rispetto ai 70-80 centesimi su cui la tariffa ha oscillato per anni, ma di un 50% in meno rispetto ai valori che si sarebbero verificati nel caso si fosse fatto l’aggiornamento con le quotazioni di fine agosto».

Leggi anche:

Articoli di ECONOMIA & LAVORO più letti