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Chiuse le indagini sulla «mantide della Brianza»: per derubare le vittime si sarebbe finta malata terminale

20 Ottobre 2022 - 11:48 Redazione
La 47enne è accusata di aver narcotizzato a rapinato una decina di uomini. Le sue strategie variavano in base all'età delle vittime da adescare

La procura di Monza ha chiuso le indagini su Tiziana Morandi, la 47enne accusata di aver narcotizzato e rapinato una decina di uomini fra i 27 e e gli 84 anni e per questo ribattezzata la «mantide della Brianza». Dalle indagini del pm Carlo Cinque è emerso che la donna, pur di tendere una trappola alle vittime, si sarebbe finta anche malata terminale. Tra le carte sequestrate dagli inquirenti, infatti, ci sarebbe un certificato medico falso che attesta una condizione inguaribile. Per spiegare il possesso di quel documento, Morandi ha raccontato che le serviva per liberarsi di alcuni creditori che le stavano con il fiato sul collo per un prestito non interamente restituito dal padre. Stando alla procura, il falso certificato medico non sarebbe l’unica invenzione usata dalla donna per attirare le sue vittime. Le altre tecniche, spiega il pm, variavano in base all’età degli uomini da adescare. Con i più anziani, Morandi avrebbe inventato raccolte fondi per curare bambini malati. Dopodiché, li avrebbe narcotizzati con un calmante – benzodiazepine – e li derubati di soldi e gioielli in oro. I più giovani, invece, venivano attirati sui social. Li incontrava a casa loro e, una volta narcotizzati, li derubava. Su Facebook la 47enne avrebbe adescato anche un 71enne di Avellino, che le aveva confidato di voler vendere una collezione di monete d’oro. Lei si era generosamente offerta di aiutarlo e, quando si sono incontrati a Torino, l’avrebbe narcotizzato e poi abbandonato in stazione a mani vuote.

L’arresto

Originaria di Bellusco, in provincia di Monza, la 47enne era già nota alle forze dell’ordine perché accusata in passato di furto e circonvenzione di incapaci. Tutto è filato liscio fino ad agosto dello scorso anno, quando i carabinieri, coordinati dalla procura di Monza, hanno aperto le indagini a seguito di una serie di denunce di uomini che dicevano di essere stati drogati e derubati. Secondo quanto emerso, la donna avrebbe utilizzato sempre lo stesso rituale per rapinare le vittime: offrire qualcosa da bere (con dentro narcotici) e – una volta addormentati – derubarli. Lo scorso luglio, la donna è stata arrestata, ma dopo poco più di un mese in carcere è stata ricoverata per problemi di salute. La sua legale Alessia Pontanani ha raccontato che la donna aveva difficoltà a mangiare ed era dimagrita di sette chili in appena un mese.

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