Una recente intervista rilasciata al Corriere della Sera dal professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di Ricerche Mario Negri di Milano, ha scatenato le aree No Vax, No Green pass e i sostenitori delle cosiddette “cure” contro la Covid-19. «Chi è no-vax non dovrebbe operare in campo sanitario» e «Le restrizioni sono state utili» sono le due dichiarazioni più contestate tramite i social da cevrti ambienti, dove alcuni arrivano a domandarsi – dopo oltre due anni di pandemia – chi sia Giuseppe Remuzzi e che titolo abbia per sostenere tali affermazioni. «Non è un virologo» scrive Byoblu, testata e canale televisivo nota per aver diffuso contenuti seguiti dagli ambienti No vax, ritenendo sorprendente l’intervento del direttore dell’istituto di ricerca. Uno dei conduttori del canale, il giornalista Francesco Borgonovo, firma un articolo su La Verità dove insinua che Giuseppe Remuzzi sia stato «rieducato» e «riabilitato a patto che sposasse le formulette preconfezionate sui santi vaccini e sul green pass come la patente di guida». Come per il caso Rod Roos, queste narrazioni ignorano quanto dichiarato in passato dal professore.
Per chi ha fretta
- Il professor Remuzzi non è mai stato contrario ai vaccini e li ha sempre sostenuti nella lotta contro la Covid-19.
- Non ha cambiato idea sui vaccini, così come in passato aveva sostenuto il Green pass.
- In merito alle raccomandazioni Aifa, non ha contestato l’operato dell’agenzia e del Ministero della Salute.
Analisi
«I politici non dovrebbero seguire la scienza, ma ascoltarla con attenzione, per poi prendere delle decisioni. E il compito degli scienziati è dire le cose come stanno» afferma Remuzzi nella prima parte dell’intervista rilasciata al Corriere. Secondo Borgonovo, da quel momento in poi avrebbe esaurito la sua lucidità («Peccato che la sua lucidità si sia esaurita lì» scrive il giornalista) e che abbia preferito «uscire dal suo campo (la medicina) e infilarsi in quello della politica». Sempre secondo il giornalista e conduttore di Byoblu, Remuzzi «è divenuto un paladino dei vaccini e i pass», ma di fatto ha sempre li ha sempre sostenuti. Come riportato in un’intervista al Corriere della Sera dell’ottobre 2021, Giuseppe Remuzzi sosteneva la vaccinazione di massa inclusa nei giovani e bambini. Nello stesso periodo, intervistato da Open, Remuzzi difendeva il Green pass: «Il Green pass, invece, andrebbe esteso il più possibile, dobbiamo arrivare al 90 per cento di copertura vaccinale».
Secondo Borgonovo, Remuzzi «fu tra i primi a parlare pubblicamente di un protocollo di cure» e che si sarebbe concesso «il lusso di accennare alle cure in un momento in cui era in vigore la regola del silenzio». Questo sarebbe costato, sempre secondo La Verità, un attacco contro il professore a tal punto da venire «massacrato, oscurato e intimidito». Non risultano, ad oggi, azioni del genere attuate nei confronti del direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano, a differenza di coloro che sostenevano senza alcuna base scientifica dei protocolli a base di idrossiclorochina, ivermectina e antibiotici (che, ricordiamo, servono contro i batteri e non contro i virus).
Il 29 agosto 2022 l’avvocato Erich Grimaldi, fondatore del Comitato Terapie domiciliari Covid-19 (qui l’inchiesta) pubblicava un post Facebook dove affermava che «Studi di The Lancet sugli antinfiammatori utilizzati in fase precoce che confermano la bontà delle terapie dei medici del comitato». Il riferimento è alla pubblicazione a firma Giuseppe Remuzzi cavalcata in maniera scorretta dai contestatori delle raccomandazioni Aifa nella gestione domiciliare dei pazienti Covid-19 (ne parliamo qui, qui e qui). A seguito dell’intervista al Corriere, l’avvocato condivide lo screenshot dell’articolo riportato in prima pagina da La Verità contro il professore dell’Istituto Mario Negri: «La commissione d’inchiesta dovrà chiarire anche queste rieducazioni».
A conferma dalla bufala della «rieducazione», oltre agli interventi precedenti alla pubblicazione dell’agosto 2022 su The Lancet, Giuseppe Remuzzi aveva già smentito determinate narrazioni che lo vedevano sfruttato per contestare l’opera di Aifa e Ministero della Salute. Lo aveva ribadito in un video del settembre 2021: «Non ci sono finora, studi, nemmeno i nostri, così forti da consentire di cambiare la pratica clinica. Se non ci sono dati, l’Aifa non può prendere una decisione».
A seguito di una sua pubblicazione su The Lancet sull’uso degli antinfiammatori nei pazienti Covid-19 (ne parliamo qui, qui e qui), lo stesso Remuzzi rilasciò un’intervista a Zona Bianca per smentire la narrazione di contestatori delle raccomandazioni Aifa e le narrazioni No Vax che vedevano gli antinfiammatori come alternativa al vaccino: «Il vaccino è un miracolo della medicina moderna, resta la prima arma per combattere nel senso di prevenire la malattia, gli antinfiammatori sono un trattamento quando uno è già ammalato e ha sintomi».
In un’intervista di Francesco Borgonovo, pubblicata il 16 ottobre 2021 sempre su La Verità, il Prof. Giuseppe Remuzzi non contestava affatto le restrizioni: «Non voglio assolutamente polemizzare con l’Aifa o con il ministero della Salute, a cui non ho nulla da rimproverare». Al Corriere, il direttore dell’istituto di ricerca conferma quanto già detto in passato: «Credo che in questi ultimi due anni e mezzo sia stato fatto tutto quello che era possibile, con i mezzi e l’organizzazione sanitaria che abbiamo in Italia. Non si tratta di individuare colpe, ma di affrontare un problema strutturale che deriva dal costante depauperamento, nell’ultimo decennio, del Servizio sanitario nazionale: il malfunzionamento della medicina territoriale».
Nell’intervista rilasciata a Borgonovo nel 2021 viene riportata una dichiarazione molto chiara da parte del direttore dell’Istituto Mario Negri:
Borgoonovo: «Mi pare che lei voglia uscire dalla diatriba sulle cure domiciliari»
Remuzzi: «Ripeto, una cosa sono gli studi pubblicati, un’altra le impressioni di singoli medici. Io posso credere che queste impressioni siano giuste e vadano bene, vengano pubblicate, così eventualmente si aggiungeranno altre evidenze»
Ad oggi, nessuno studio di valore ha confermato l’utilità del protocollo proposto dal Comitato. Ad oggi, Remuzzi non ha cambiato idea sui vaccini e sulle decisioni prese da Aifa e Ministero della Salute durante il corso della Pandemia e della campagna vaccinale.
Conclusioni
Risulta scorretto sostenere che Giuseppe Remuzzi abbia in qualche modo cambiato idea riguardo ai vaccini, al Green pass e sulle raccomandazioni Aifa. Nessuna «rieducazione», lo provano le sue stesse dichiarazioni rilasciate durante la pandemia.
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