«Se mia sorella e mia madre non possono studiare, questi non mi servono più», il prof di Kabul strappa diplomi e lauree in diretta tv – Il video

Docente all’Università di Kabul, Ismail Meshal ha voluto protestare davanti alle telecamere dopo il divieto alle donne di frequentare scuole e università

«Da quando ci sono i Talebani, non mi servono più questi diplomi, questo non è un Paese per l’educazione. Se mia sorella e mia madre non possono studiare non accetterò questo sistema». A parlare è il professore dell’università di Kabul, Ismail Meshal, che – ospite in diretta televisiva su Tolo Tv – ha strappano diplomi e lauree per protesta contro il bando alle donne nelle scuole e nelle università. «Non accetto quest’istruzione», dice fermamente. Meshal si aggiunge ai tanti gesti di dissenso della popolazione nei confronti del regime talebano. Sono oltre 40, infatti, i professori universitari che si sono dimessi a seguito dell’annuncio del ministro dell’Istruzione, Neda Mohammad Nadeem, che vieta alle afghane l’accesso agli atenei. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è rivolto all governo di Kabul dichiarando: «Le ultime restrizioni imposte dai talebani all’occupazione e all’istruzione di donne e ragazze sono ingiustificabili violazioni dei diritti umani e devono essere revocate». E ci ha tenuto ad aggiungere che «le azioni per escludere e mettere a tacere le donne e le ragazze continuano a causare immense sofferenze e gravi battute d’arresto al potenziale del popolo afghano».


Le proteste continuano da tempo

Il divieto di accesso alle università per le donne ha provocato in primis l’ira degli stessi studenti e delle studentesse. Molte sono scese in piazza in queste settimane per manifestare contro l’ordinanza del ministero, solo l’ultima delle tante promesse tradite dal governo, nonostante la consapevolezza di doversi aspettare l’arresto immediato. La scorsa settimana alla Nangarhar University a Jalalabad gli studenti uomini si sono rifiutati di svolgere un esame e sono usciti dall’aula in segno di solidarietà alle colleghe donne. E ieri, 27 dicembre, una giovane donna si è fermata nei pressi dell’università di Kabul davanti ai soldati talebani per protesta. «Volevo dimostrare il potere di una singola ragazza afghana, che anche una sola persona può opporsi all’oppressione», ha poi dichiarato.


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