L’estate del 2022 in Europa è stata la più calda di sempre, nell’anno più rovente per l’Italia: i dati di Copernicus

Il programma di osservazione della Terra dell’Ue evidenzia come i gas serra siano i principali responsabili del cambiamento climatico che sta portando al continuo innalzamento delle temperature

L’estate del 2022 è stata la più calda mai registrata nella storia d’Europa. La scorsa estate ha così battuto il triste record che deteneva l’estate 2021. Inoltre, il 2022 è stato il secondo anno più caldo mai registrato nell’Ue e il quinto nel mondo. È quanto rivela il rapporto Global Climate Highlights 2022 di Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell’Unione europea. Le temperature invernali europee che sono state registrate lo scorso anno sono risultate di circa 1 grado superiore alla media, posizionandosi tra i 10 inverni più caldi di sempre. Stando ai dati di Copernicus, la temperatura dell’Ue è più che raddoppiata rispetto alla media globale degli ultimi 30 anni. Si tratta del tasso di aumento più alto di qualsiasi altro continente del mondo. In tutto il mondo, gli anni più caldi registrati fino ad oggi sono stati il 2016, il 2020, il 2019 e il 2017. Gli ultimi 8 anni sono stati i più caldi mai registrati. Un primato che arriva dopo quello confermato per l’Italia, che nell’anno appena passato ha registrato i 12 mesi più caldi di sempre dal 1800 secondo il Cnr.


L’aumento delle temperature

Lo scorso anno la temperatura media è stata di 1,2 gradi più alto rispetto al periodo pre-industriale (1850-1900). Un anno quello del 2022 che ha visto per l’ottava volta consecutiva le temperature superiori di 1 grado rispetto ai livelli pre-industriali. Secondo l’accordo di Parigi sul clima prevede di tenere la temperatura sotto 2 gradi dalla media 1850-1900, e la Cop26 di Glasgow ha abbassato questa soglia a 1,5 gradi. Tra ondate di calore prolungate e intense, a livello globale, la temperatura media annuale è stata di 0,3 gradi superiore al periodo tra il 1991 e il 2020. Nell’estate nel 2022, l’Unione europea e il Regno Unito hanno registrato le emissioni totali più alte a causa degli incendi boschivi che si sono verificati negli ultimi 15 anni. Anche sul fronte dei ghiacciai, il trend è negativo. Il ghiaccio marino antartico ha raggiunto a febbraio l’estensione minima degli ultimi 44 anni di registrazioni satellitari. E per sei mesi l’estensione dei ghiacci del Mare Antartico ha raggiunto valori quasi record.


Le emissioni di CO2 e metano

Lo scorso anno c’è stato un aumento anche per quanto riguarda la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, pari a 417 parti per milione (ppm), ovvero 2,1 ppm in più rispetto al 2021. Quella del metano raggiunge quota 1894 parti per miliardo (ppb), superiori di 12 pbb rispetto allo scorso anno. Entrambi hanno registrato le concentrazioni più alte mai registrate dai satelliti: i più alti da oltre 2 milioni di anni per l’anidride carbonica, e da oltre 800.000 anni per il metano. «Il 2022 è stato un altro anno caratterizzato da eventi climatici estremi in Europa e nel mondo. Questi eventi evidenziano che stiamo già sperimentando le conseguenze devastanti del surriscaldamento del nostro pianeta», ha dichiarato Samantha Burgess, vicedirettrice del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus. «I gas serra, tra cui l’anidride carbonica e il metano, sono i principali responsabili del cambiamento climatico – ha spiegato Vincent-Henri Peuch, Direttore del Servizio di Monitoraggio dell’Atmosfera di Copernicus -, e dalle nostre attività di monitoraggio possiamo constatare che le concentrazioni atmosferiche continuano ad aumentare, senza segni di rallentamento».

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