Nel giro di pochi giorni a Palermo si sono verificati due casi di ipotermia che hanno richiesto cure ospedaliere. Nella scuola elementare Emanuela Loi una bimba di quinta è stata soccorsa dal 118. Venerdì scorso è finita in ipotermia in università una corsista che seguiva lezioni per diventare insegnante di sostegno. La madre della bimba di Passo di Rigano oggi parla con Repubblica di quello che è accaduto. Rosaria spiega che sua figlia «ha una virosi respiratoria, quindi dobbiamo continuare la terapia. È ancora provata, ma fortunatamente sta meglio». Poi racconta: «Quando con un filo di voce mi ha detto “mamma scusami, mamma ti voglio bene” ho temuto il peggio. Ho temuto di perderla». Rosaria dice che quando l’ha vista arrivare «era pallidissima, con le gambe rigide. Batteva i denti e tremava in modo incontrollato. I soccorsi? Non erano stati neanche chiamati».
Rosaria dice di aver chiamato lei il 118 con il cellulare. «Nel frattempo l’abbiamo portata in segreteria dove era più caldo». A quanto pare nessuno voleva assumersi la responsabilità dell’intervento. Mentre subito dopo i fatti il guasto è stato riparato: «I compagni di classe hanno chiamato mia figlia per dirle “Grazie a te, adesso stiamo al calduccio”. Loro sono dolcissimi, lei era contenta, ma a me tutto questo fa solo rabbia». Perché «si è aspettato che avvenisse qualcosa di grave per risolvere un problema noto da tempo. E la cosa non ha richiesto neanche grande sforzo. Perché non si è fatto prima? Io posso solo essere grata ai compagni di classe di mia figlia, perché si sono subito resi conto della situazione e hanno dato l’allarme. Altrimenti non so cosa sarebbe successo».
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