Nuova ondata di scioperi in Inghilterra, i prof chiedono stipendi più alti per l’inflazione. Il governo: «Perché ora non ha senso» – I video

La protesta di oggi 1 febbraio è solo la prima di una serie di manifestazioni che ci saranno nei prossimi giorni e che porteranno diverse scuole a chiudere

Migliaia di insegnanti sono scesi in piazza in Inghilterra e in Galles per uno sciopero nazionale indetto dal sindacato della National Education Union (Neu) per chiedere un aumento degli stipendi. La data di oggi è solo l’inizio di una serie di manifestazioni che ci saranno nei prossimi giorni. Sono previste, al momento, sette date. Diverse scuole verranno chiuse, alcune parzialmente a gruppi di alunni, altre totalmente. Si stima che nei giorni di azione le scuole interessate dallo sciopero saranno oltre 23mila. Secondo un sondaggio citato dal Guardian, fino a una scuola su sette potrebbe chiudere i cancelli. I manifestanti chiedono un aumento dei salari che sia al passo con la crescita dell’inflazione, finanziato dal governo piuttosto che attingendo dai bilanci scolastici. Negli ultimi 10 anni, il valore degli stipendi dei docenti è diminuito e ha determinato una crisi di assunzioni nelle scuole. La scorsa estate, il governo inglese aveva annunciato che la maggior parte degli insegnanti aveva ricevuto un crollo del salario di circa il 5%. Lo sciopero ha coinvolto anche due parti della Scozia: Clackmannanshire e Aberdeen. «Non ha senso concedere aumenti salariali che riducono l’inflazione ad una parte della forza lavoro in un momento in cui i prezzi stanno aumentando per tutti», ha dichiarato il segretario dell’istruzione Gillian Keegan alla Bbc.


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