Il padre di Manolo Portanova sul caso dello stupro di gruppo: «Se fosse davvero colpevole mi farei giustizia da solo»

Rompe il silenzio il calciatore condannato per violenza sessuale di gruppo su una 22enne: «Soffro per tutto quello che sento»

Si dice incredulo da quel che sta succedendo Manolo Portanova, il centrocampista del Genoa condannato a sei anni dal tribunale di Siena per lo stupro di gruppo su una ragazza di 22 anni. A pochi giorni dalla pubblicazione delle motivazioni della sentenza, il calciatore ha deciso di rompere il silenzio «durato troppo» per spiegare in una conferenza stampa perché si consideri totalmente innocente: «Soffro per tutto quello che sento, che leggo e per tutte quelle persone che ne fanno parte e sono coinvolte in questa vicenda. Fino a qualche settimana fa l’unico scopo era indossare la maglietta più bella del mondo, ora sto rinunciando al sogno di un bambino». Avrebbe il diritto di continuare a giocare, ma riconosce che ormai la vicenda ha oltrepassato le mura dei tribunali ed è soprattutto mediatica. E per questo il suo avvocato Gabriele Bordoni ha deciso di organizzare il punto stampa. «Oggi non porteremo ipotesi ma prove che non sono state guardate e se ne occuperà il mio avvocato», ha dichiarato Portanova.


Il padre Daniele: «Mio figlio condannato dai media»

A prendere posizione è anche il padre Daniele Portanova, ex calciatore di Genoa, Napoli, Bologna e Siena. «Il nostro silenzio ha difeso anche la ragazza e lo dico da padre. Perché con mia moglie abbiamo educato nostro figlio in un certo modo e con dei valori e se veramente avesse fatto le cose di cui è accusato e per le quali è stato condannato mi sarei fatto giustizia io da solo con la stessa grinta con cui lo sto difendendo», ha detto. Per poi sottolineare quanto già detto lamentato dal figlio: la sofferenza di Manolo di non poter giocare. Ha però ringraziato il club per essere stato dalla parte del giovane sotto accusa. «Capisco anche la loro situazione per quanto accaduto dopo la condanna e mi metto nei loro panni per il finimondo mediatico che ne è seguito. Perché Manolo anche se è solo al primo grado di giudizio è già stato condannato a livello mediatico come uno stupratore. Ma la gente deve sapere come sono andate le cose», denuncia Daniele.


L’avvocato: «Presenterò appello»

Il legale del ragazzo ha raccontato la storia di una ragazza che subì una violenza sessuale negli Stati Uniti e ha denunciato la ragazza che ha accusato Manolo avrebbe ripetuto le stesse frasi. «Parola per parola con dati di fatto», ha sottolineato Bordoni. Un’affermazione che, però, il giudice non ha preso in considerazione. «Non abbiamo sentito nulla in segno contrario a quello che dicevamo. Abbiamo letto una sentenza che ho il dovere di spiegare a Manolo perché in quella sentenza nessun nostro elemento è stato minimamente considerato e contraddetto, se così fosse stato avrei imposto ancora il silenzio», ha aggiunto l’avvocato. Per questi motivi la difesa dell’accusato presenterà appello.

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