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Michael Jackson, la strana storia dei disegni inediti: «Valgono 12 milioni di euro»; «No, sono falsi»

16 Marzo 2023 - 07:00 Redazione
michael jackson disegni inediti
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Due donne veneziane ne rivendicano la proprietà. Una delle due dice di essere stata una musa ispiratrice del cantante

Una serie di disegni. Custoditi in cassette di sicurezza. Perché possono valere fino a 12 milioni di euro. Visto che sono attribuiti a Michael Jackson. Due donne di Venezia, Wanda Ruberti e Michela Turco, sostengono di averli avuti in dono dalla popstar. Tra queste c’è una rappresentazione di Trilli o Campanellino, personaggio del film “Le Avventure di Peter Pan“. Turco ha già raccontato in molte interviste di essere stata una musa ispiratrice per Jackson. Che le avrebbe regalato due Trilli gemelle ispirate da lei. Gli altri disegni rappresentano Winnie the Pooh e Giovanni Paolo II. Sarebbero state autenticate dallo scultore Silvio Amelio nel 2012. E ora, racconta il Messaggero, vogliono venderle.

L’indagine

Il valore stimato del disegno di Trilli è di 6 milioni e mezzo di euro. Quello di Winnie The Pooh vale 780 mila euro, il ritratto del Papa addirittura 10 milioni. Ma Wanda Ruberti ha denunciato un’estorsione. È stata costretta, sostiene, a venderle in un momento di difficoltà per 5 mila euro. Il pubblico ministero Francesco Battistini ha chiesto l’archiviazione. Lo scultore Amelio, sentito come teste, ha sostenuto di essere stato raggirato. Perché ha messo la firma su una perizia dopo aver visionato opere diverse. E dice anche che non gli sono stati restituiti 4 mila euro dati in prestito a Ruberti. Nell’inchiesta ci sono un imprenditore, un gallerista, un imprenditore e un manager. Che invece sostengono di essere stati raggirati e vogliono controdenunciare per calunnia.

La controstoria

L’imprenditore N.R. dice che si occupa di certificazioni Nft. Ovvero i certificati digitali di unicità delle opere di questo tipo. «Mi hanno contattato per ottenere la certificazione delle opere di Jackson. Eravamo in un hotel, siamo stati raggiunti dal direttore che voleva il pagamento del conto. Lui dice di averlo regolato personalmente e di aver proposto alle due un contratto d’acquisto su una vendita futura delle opere. Ma dopo ha indagato sulla dichiarazione dello scultore e ha scoperto, sostiene, che non vale nulla. Chiede a quel punto a Ruberti una firma di Jackson ma non ottiene nulla. «Dalle mie verifiche è emerso che sono due falsi», conclude. Le opere sono in una cassetta di sicurezza. Tranne Winnie The Pooh, ceduto a una società del broker.

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