Strappo Siae-Meta, Sangiuliano: «Spesso le grandi imprese transnazionali sono arroganti, ma lavoriamo al dialogo»

Il ministro della Cultura spera nell’intervento di Agcom e dell’Agcm per mediare l’accordo tra la holding di Zuckerberg e la Società Italiana degli Autori ed Editori

«È una vicenda molto rilevante e paradigmatica di un rapporto tra i nostri contenuti culturali e l’atteggiamento spesso arrogante e prevaricante di grandi imprese transnazionali. E non parlo in questo caso solo di Meta o dei social». Sono le parole del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, rispondendo al question time alla Camera a una domanda della deputata di Forza Italia Rita Dalla Chiesa sulle iniziative che il governo intende intraprendere in merito al mancato accordo per il rinnovo delle licenze dell’uso della musica tra Meta, l’azienda-madre di Whatsapp, Facebook e Instagram, e Siae. Il ministro della Cultura, nel corso del suo discorso, ha poi aggiunto: «Nelle ore immediatamente successive al palesarsi di questa vicenda, ho espresso la necessità e la volontà di schierarci a difesa delle opere di ingegno degli autori italiani, che sono beni immateriali che appartengono al nostro valore culturale, da preservare e tutelare». Sostanzialmente il mancato rinnovo dell’accordo tra Siae e Meta «si inserisce in un contesto normativo saldo e vigoroso per il governo italiano, che sin dai primi mesi dall’insediamento ha inteso indirizzare l’attività legislativa verso la tutela e la salvaguardia dell’interesse nazionale nel settore culturale, nella ferma convinzione che la cultura italiana nel mondo in tutte le sue forme rappresenti un elemento di valore inestimabile per la percezione e fruizione del patrimonio nazionale».


Sangiuliano spera nell’intervento dell’Agcom e di Agcm

Quanto alle possibili azioni che intende intraprendere l’esecutivo, il ministro Sangiuliano ha spiegato che «sono diversi i provvedimenti già all’esame del Parlamento volti a rafforzare e adeguare la normativa interna ai repentini mutamenti delle aree tecnologiche del comparto audiovisivo», sottolineando che «la norma rilevante pone in carica ai soggetti a cui sono state trasferite le licenze l’obbligo di fornire informazioni aggiornate sull’uso delle opere». Dichiarazioni che fanno eco a quanto comunicato da Siae subito dopo il mancato accordo tra le parti, in cui si sottolineava che «Meta è restia a condividere i dati di riproduzione delle singole nazioni». Secondo Siae, infatti, Meta starebbe sfruttando «la sua posizione di forza per ottenere risparmi a danno dell’industria creativa italiana». Per uscire dall’impasse, Sangiuliano ha spiegato che il ministero «è perfettamente consapevole del valore delle opere che Siae concede in licenza e favorirà la ripresa delle trattative, anche nella consapevolezza che devono essere colte le specificità dei prestatori di servizi online», ribadendo che «il principio cardine che dovrà guidare le prossime iniziative è già presente nel nostro ordinamento e prevede che gli organismi di gestione collettiva conducano in buona fede la negoziazione sulla concessione delle licenze dei diritti scambiandosi informazioni». Per risolvere la querelle tra Meta e Siae il ministro Sangiuliano spera in un «intervento dell’Agcom, cui il nostro ordinamento affida compiti di vigilanza, nonché per i profili di competenza, dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm)».


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