Parma, scoperta frode fiscale da 90 milioni sui carburanti: sequestrate 17 «pompe bianche»

Disposto il sequestro di beni per un valore di circa 150 milioni. L’associazione a delinquere si avvaleva di persone residenti a Dubai, Miami e Napoli

Rincaro dei carburanti? Non è, o meglio, non era un problema per un’azienda di Parma, che aveva trovato un modo per aggirare i rialzi nei prezzi di benzina e gasolio. Non pagando l’Iva. La società infatti, avvalendosi di un intricato meccanismo di società inesistenti, comprava il carburante da raffinerie di Slovenia e Croazia evadendo l’imposta, e vendendoli poi sul mercato a prezzi più che competitivi. Il sistema è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Parma, che oggi, 23 marzo, ha sequestrato 17 cosiddette «pompe bianche», ovvero distributori privi di logo. Si trovano in Emilia, ma anche nelle province di Brescia, Lodi e Verona.


L’indagine

L’indagine è iniziata nel 2019, quando le fiamme gialle riscontrarono delle anomalie nel prezzo alla pompa in alcuni punti vendita in provincia di Parma. Da lì è iniziata la ricostruzione della frode, che si avvaleva di una triangolazione fra persone residenti a Dubai, Miami e Napoli. Le quali, dopo aver acquistato i prodotti petroliferi in Slovenia e Croazia, li cedevano fittiziamente ad alcune imprese del Regno Unito e della Romania. Passavano poi a 31 imprese ‘cartiere’, ovvero esistenti solo sulla carta, accomunate dal fatto di non essere in regola con il pagamento dell’Iva, di essere prive di strutture e personale, legalmente rappresentate da soggetti nullatenenti e/o pregiudicati e con fatturati decisamente anomali rispetto al solito. In alcuni casi alla trafila si è aggiunta anche una società filtro della provincia di Potenza. Solo alla fine benzina e gasolio raggiungevano il reale destinatario italiano, ossia l’impresa parmigiana. E da quel deposito, partivano verso i 17 distributori sequestrati.


Un giro contorto che sarebbe riuscito a causare un danno complessivo di oltre 90 milioni all’erario (corrispondenti all’Iva evasa dal 2016). Il sequestro preventivo emesso dal Gip di Parma arriva su richiesta della procura europea. Riguarda, oltre a due società attive nel commercio di carburanti, sette persone: tra loro, tre sono gli organizzatori e i promotori dell’associazione a delinquere. Disposto anche il sequestro di beni per un valore di circa 150 milioni. Oltre alle pompe sono stati sequestrati infatti il deposito di Parma, diversi immobili e disponibilità finanziarie: nell’ambito delle perquisizioni sono in campo anche i cash-dog, ovvero i cani addestrati a fiutare l’odore dei soldi per individuare ulteriori depositi di contanti.

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