La vittima della truffa romantica di “Larry Brooks”: «Mi diceva che era innamorato, ho pagato e basta»

Una donna di 70 anni racconta come ci è caduta. E mette in guardia dai rischi

Ha quasi 70 anni, è residente in provincia di Roma e per 6 mesi è stata vittima del generale “Larry Brooks”. Ovvero della truffa romantica architettata insieme ad altre 31 vittime con la foto falsa di un finto ufficiale dell’esercito americano. Otto gli arrestati. Oggi al Corriere della Sera spiega come è iniziato tutto: «Io navigo spesso su Facebook. Lo faccio tuttora. Un pomeriggio di settembre 2020 ero in casa con un paio di amiche davanti al computer e ho ricevuto una richiesta di contatto da un uomo di bell’aspetto. Mi sono detta: perché no? E così ho accettato. Di solito sono molto restia, ma aveva la faccia simpatica…». Da qui, dice la donna a Rinaldo Frignani, è cominciata una chat durata qualche giorno attraverso il traduttore automatico: «Mi diceva che era un militare di stanza in Siria, che era solo, vedovo, con due figli, ma uno era morto e l’altro studiava in un college».


La chat e i soldi

Quella con “Larry Brooks” è stata «una storia molto coinvolgente: in 15 giorni ho perso la testa. Sapeva come colpirmi. Mi diceva che era innamorato di me. Insomma a un certo punto mi ha proposto di continuare via mail. E il suo profilo Facebook è sparito». Il truffatore le ha chiesto prima di tutto 600 euro. Perché, sosteneva, non riusciva a pagare la retta del college del figlio. «Ho pagato e basta. Anche altre volte. Con versamenti su PostePay. Dice di essersi insospettita «tante volte, ma che vuole: era bello. Ogni mattina mi mandava il buongiorno, ogni sera la buonanotte. Voleva sposarmi, vivere insieme in Italia. Ero molto presa. Certo, qualcosa mi infastidiva e anche parecchio». Un giorno le ha chiesto 20 mila euro per andare via dalla Siria. Lei glieli ha negati: « «Pochi giorni dopo ho ricevuto prima le mail del figlio che nemmeno conoscevo e già mi chiamava mamma, e del suo avvocato che continuava a insistere sulla storia dell’aereo da pagare».


La scoperta della truffa

A quel punto ha mangiato la foglia: «Ho scritto a Larry e l’ho anche rimproverato. “Guarda, gli ho detto: gli avvocati li conosco, e il tuo mi sembra un deficiente. Non mi venire a dire che è una persona perbene”. Lui ha risposto che non lo amavo abbastanza, ma non era vero. L’idea di poterlo avere vicino mi faceva impazzire». Ma era un fake. «Mica me ne sono accorta da sola. Me l’ha detto un’amica, abbiamo chiamato insieme la polizia. E poi un’agente della Postale mi ha fatto andare in ufficio a sporgere denuncia. Era l’8 febbraio 2021. La data della mia liberazione». Ora dice che sta «benissimo. Non ho perso grandi somme. Mi dispiace per tutte le altre che non vogliono denunciare. Invece devono farlo. E alle donne in generale: fate attenzione a chi date l’amicizia sui social. È un attimo».

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