La Guardia costiera contro le ong: «Le loro continue chiamate un intralcio ai soccorsi. Spari all’Ocean Viking? Dovevano dirlo alla Libia»

Le accuse dei soccorritori alle no-profit che operano nelle acque del Mediterraneo

Dura nota della Guardia Costiera contro le Ong, accusate di essere un ostacolo alle operazioni di soccorso in mare anziché un aiuto. Colpa innanzitutto delle «continue chiamate dei mezzi aerei ong», spiega in una nota la Guardia costiera che lamenta di come le segnalazioni abbiano «sovraccaricato i sistemi di comunicazione dello Stato». A proposito poi dell’episodio denunciato dalla nave Ocean Viking della ong Sos Mediterannee, che ieri 25 marzo è stata minacciata da una motovedetta libica con spari in aria all’avvicinarsi della nave, la Guardia costiera italiana ha accusato la ong anche in quel caso di aver sovraccaricato il «Centro di coordinamento italiano in momenti particolarmente intensi di soccorsi in atto». Secondo la Guardia Costiera, l’equipaggio della nave si trovava in area Sar libica e avrebbe dovuto segnalare l’episodio «al Paese di bandiera» della motovedetta 656. Nonostante tutto, la Guardia costiera ha ribadito che «in 48 ore sono state soccorse oltre 3.300 persone a bordo di 58 imbarcazioni» sotto il proprio coordinamento.


Le accuse

A proposito invece della nave ong Louise Michel, finanziata dall’artista Banksy, la Guardia costiera ha spiegato che è stato messo in atto un «comportamento che complicava il delicato lavoro di coordinamento dei soccorsi. Arrivata a Lampedusa ieri 25 marzo con 178 migranti a bordo, soccorsi su almeno quattro diverse imbarcazioni che si trovavano in acque libiche e maltesi, avrebbe dovuto raggiungere il porto di Trapani per evitare altri soccorsi, spiega la Guardia costiera. Indicazioni che erano state date per «evitare che la nave prendesse a bordo un numero di persone tale da pregiudicare sia la sua sicurezza che quella delle imbarcazioni di migranti a cui avrebbe prestato soccorso». La non osservanza delle disposizioni, aggiunge la Guardia costiera, «ha inoltre rallentato il raggiungimento di un porto di sbarco per i migranti salvati nel primo intervento, inizialmente individuato in quello di Trapani dal ministero dell’Interno, inducendo così a ridisegnare la decisione in modo da far convergere l’arrivo della ong, per motivi di sicurezza e di urgenza, nel porto di Lampedusa, già peraltro sollecitato dai numerosi arrivi di migranti di questi ultimi giorni».


Foto di copertina: ANSA/ELIO DESIDERIO | Vedetta della Guardia Costiera durante le operazione di soccorso di sbarco dei migranti giunti a Lampedusa, 25 Marzo 2023

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