Il Garante della privacy su ChatGPT: «Con il blocco indichiamo la via europea all’intelligenza artificiale»

Al momento l’Italia è l’unico Paese in Europa ad aver emesso un blocco per legge. Nel mondo, a fare lo stesso sono stati Russia, Cina, Corea del Nord, Cuba, Iran e Siria

«Come Italia indichiamo una via europea all’intelligenza artificiale, che prescinde dal liberismo accentuato statunitense come dal sovranismo autarchico della Cina o della Corea del Nord e si situa nel bel mezzo di questa nuova guerra fredda». Torna a parlare del blocco a ChatGPT il garante della privacy, per voce di Pasquale Stanzione presidente dell’autorità Garante dei dati personali, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera a cura di Federico Fubini. Stanzione ribadisce che l’autorità ha «semplicemente applicato il Regolamento europeo per la protezione dei dati (Gdpr)» per arrivare a un riorientamento di del bot di linguaggio basato sull’intelligenza artificiale «verso una dimensione compatibile con la centralità della persona». Al momento, l’Italia è l’unico Paese in Europa ad aver emesso un blocco per legge. Nel mondo, a fare lo stesso sono stati Russia, Cina, Corea del Nord, Cuba, Iran e Siria.


Le criticità: «Dati e controllo anagrafico»

«È la pluralità, la convergenza e la gravità delle implicazioni delle possibili violazioni ad avermi indotto a procedere in via cautelare, provvisoria e d’urgenza» commenta il presidente riferendosi all’uso che ChaGPT fa dei dati e all’assenza di un controllo dell’età minima di chi intende usare il bot, che non veniva verificata prima della chiusura. OpenAI, la società che sviluppa il chatbot, dovrà quindi dare garanzie su entrambi in fronti e con un sistema di controllo anagrafico e un’informativa sui dati. «La verifica dell’età dell’utente è un aspetto rilevante, abbiamo chiesto alla piattaforma di indicare un metodo che riduca il rischio di false dichiarazioni. E soprattutto che gli utenti siano chiaramente informati che i loro dati vengono usati per un preciso scopo, l’addestramento dell’algoritmo». Se la società accoglierà le richieste con proposte concrete entro il 30 aprile, ChatGPT tornerà ad essere disponibile in Italia. «Mi pare che da parte dell’azienda la disponibilità ci sia, vediamo», aggiunge Stanzione.


Perché tanta urgenza?

Stanzione poi spiega che secondo il Garante non c’era tempo di attendere una decisione a livello comunitario: «C’era una situazione eccezionale di emergenza, che non ci permetteva di aspettare. Ricorrere a una decisione europea avrebbe comportato quantomeno un ritardo di tre o quattro mesi. Abbiamo dunque inteso prevenire violazioni ulteriori altamente probabili». Incalzato sulle potenziali opportunità perse dalle aziende italiane mentre le concorrenti integrano ChatGPT nei loro sistemi risponde: «Sacrificare diritti e libertà sull’altare del mercato è incompatibile con i nostri principi costituzionali. L’articolo 41 della Costituzione stabilisce che l’iniziativa economica privata non può svolgersi in modo da recare danno alla libertà e alla dignità umane». Il presidente, infine, non esclude che un provvedimento simile possa arrivare anche per TikTok, anch’esso al centro dell’attenzione (e di un’indagine del Copasir) sull’uso dei dati e per la poca attenzione alla verifica dell’età degli utenti.

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