La paura a Fiumicino dopo il presunto tentato rapimento di un bambino: «C’è una coppia in giro che cerca ragazzini»

Un filmato registrato a Isola Sacra il 25 aprile ritrae due persone. Una donna le accusa: cercavano mia figlia

A Fiumicino dopo la storia del presunto tentato rapimento di un bambino si è scatenata la paura. Che a tratti sconfina nella psicosi. Il bambino ha raccontato di aver preso a calci il suo presunto rapitore per divincolarsi. Secondo lui l’uomo che ha incontrato sabato scorso verso le 10 del mattino in via Arsia – una strada di Isola Sacra, parallela a viale Traiano – era un italiano di 50 anni e guidava un’automobile rossa. Ma intanto nella cittadina da un paio di giorni girano alcune immagini tratte da un filmato registrato in via Giorgio Giorgis, sempre a Isola Sacra, il 25 aprile. L’edizione romana di Repubblica sostiene che sia la ripresa di una telecamera di videosorveglianza.


Il filmato

La scena dura tre minuti e ci sono due persone che sembrano appena scesi da un’automobile. Si guardano attorno, poi la donna spinge e apre un cancello. In quel momento arriva una terza persona che blocca la donna e le parla. «Era mio padre. Quella donna gli ha detto che cercava Sara. Sara è il nome di mia figlia di 14 anni. Mio padre li ha cacciati via», dice la madre della ragazzina. La donna ha registrato un messaggio vocale che circola insieme al video (ed è arrivato ai carabinieri): «Ho già avvertito le forze dell’ordine. Una persona mi ha chiamato il 24 mattina dopo che ho pubblicato le immagini sui social e mi ha detto che su via delle Ostriche c’è stato un altro avvistamento. Cercavano il figlio in un bed and breakfast. Ho avvertito anche la maestra e le ho fatto vedere le immagini. Ho dovuto denunciare per forza, mi devo tutelare e vi mando tutto per tutelare anche le altre persone».


La psicosi

Tra via Giorgis e via Arsia c’è un chilometro di distanza. «Siamo terrorizzati. Aspettiamo la fine di questo incubo», dice una residente al quotidiano. In realtà dal racconto non sembra che il filmato provi qualcosa. A parte che il nome “Sara” è piuttosto comune, pare strano che una coppia (e perché poi una coppia?) di pedofili dica il nome della vittima che sta cercando a una persona estranea che potrebbe essere (così come infatti si è dimostrato) un parente della stessa. Ma la paura fa presto a trasformarsi in psicosi.

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