La «Madonna Champions League» per riportare i ragazzi in chiesa, l’idea di un prete in Valle d’Aosta: le regole con punti e bollini

Don Paolo Viganò, 34 anni, già ridenominato il “Mourinho della Fede” ha lanciato questa competizione per riavvicinare i più piccoli alla fede: chi prega di più, guadagna più punti

Come riportare i giovani in chiesa? È quello che si è chiesto don Paolo Viganò, sacerdote 34enne in ben tre parrocchie in Valle d’Aosta, quella di Morgex, quella di La Salle e quella di Derby, quando ha osservato la carenza di fedeli in chiesa, soprattutto tra i più giovani. E per cercare di riavvicinare i giovani alla fede, ma soprattutto per farli stare assieme e non isolati nelle proprie case davanti a pc, tablet e smartphone, si è inventato un torneo: la «Madonna Champions League». A essere coinvolti sono principalmente i bambini che devono ricevere la prima comunione e la cresima, ma il gioco è aperto a tutti gli under 20. «Facendo leva sullo spirito di competizione», come dichiarato dal parroco in un’intervista a La Stampa, ha creato un gioco in cui sostanzialmente, chi più prega più accumula punti. Ma in cosa consiste questa competizione? I giovani possono partecipare in ben 16 parrocchie sparse sul territorio. Quelle più distanti, valgono più punti. E cosa succede quando un giovane raggiunge la parrocchia? Riceve un bollino o verde, o giallo, o rosso, a seconda della difficoltà e della “portata” della preghiera. Per esempio, la partecipazione al rosario quotidiano vale 50 bollini, il cui colore varia a seconda della chiesa in cui si è pregato o se si è partecipato a una funzione durante una festa comandata o, ancora, se la preghiera è avvenuta in presenza del don. Ma don Paolo Viganò non può essere ubiquo. Ad aiutarlo e a distribuire i bollini infatti ci sono i volontari e le volontarie della parrocchia, che insegnano il catechismo ai giovani. I premi in palio? Dei semplicissimi peluche o dei pupazzetti. L’amministrazione comunale, guidata da Loris Salice, non ne sapeva nulla dell’idea del giovane parroco ormai “ribattezzato” il “Mourinho della Fede”. «Se lo avessimo saputo avremmo dato un contributo per i premi», ha commentato il sindaco. Insomma, si tratta di una gamification della fede, con l’unico proposito di far divertire i ragazzi, riavvicinandoli alla fede.


Foto in copertina: La Stampa | Don Paolo Viganò e i fedeli


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