Il cardinale Zuppi e il Vaticano: «Non siamo una banda di mascalzoni»

L’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei: gli scandali? La Chiesa è fatta di uomini

La cattiva fama che circonda il Vaticano «è un’idea sbagliata. In Vaticano c’è sempre stata una buona norma: chi ci lavora dentro deve lavorare anche in parrocchia. Il cardinal Casaroli tutte le domeniche celebrava la messa nel carcere minorile e conosceva tutti i ragazzi per nome». In un’intervista a Repubblica il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, parla delle ombre sulla Chiesa ma difende San Pietro. Gli scandali «ci sono stati, certo: ma la Chiesa non è la comunità dei perfetti. È fatta di uomini, e gli uomini sono peccatori. Però il Vaticano non è una banda di mascalzoni. Casta meretrix», aggiunge. Zuppi sostiene poi che le accuse a Papa Wojtyla nel caso Emanuela Orlandi «sono inqualificabili. Mi spiace dirlo, ma chi le ha pronunciate così perde credibilità. Certe ricostruzioni forse sono frutto di un cuore ferito. Tanta vicinanza alle ferite: ma queste non giustificano le calunnie». Il riferimento è alle parole di Pietro Orlandi su Giovanni Paolo II e alle accuse di Marcello Neroni. E dice che anche lui è stato innamorato: «Certamente. Ma ho amato di più Gesù». E la morte? «La vorrei affrontare da lucido, potendole dire: ‘cara sorella morte, vieni, non mi metti paura’. Ci resterà male! Ma non sono sicuro che ci riuscirò. Conosco la mia fragilità». Il Paradiso lo immagina come «una comunione piena, un amore che non finisce. La gioia di essere se stessi, senza diaframmi, uniti, una cosa sola con Dio e con il prossimo. Senza più paura».


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