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Il monito di Bankitalia: «La flat tax? Poco realistica in un Paese con sistema di welfare»

18 Maggio 2023 - 12:24 Maria Pia Mazza
riforma fisco governo meloni flat tax dipendenti riforma irpef iva
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«L'estensione dei regimi sostituitivi potrebbe ridurre l'equità del sistema», ha detto Giacomo Ricotti in audizione alla commissione Finanze alla Camera

Ancora una volta Bankitalia ribadisce le proprie perplessità sulla flat tax proposta dal governo Meloni. In commissione Finanze alla Camera, il Capo del Servizio Assistenza e consulenza fiscale della Banca d’Italia, Giacomo Ricotti, ha dichiarato: «Il modello prefigurato dalla delega fiscale come punto di arrivo, un sistema ad aliquota unica insieme a una riduzione del carico fiscale potrebbe risultare poco realistico per un paese con un ampio sistema di welfare, soprattutto alla luce dei vincoli di finanza pubblica». Ricotti inoltre ha richiamato all’attenzione della «valutazione degli effetti redistributivi», perché «l’estensione dei regimi sostituitivi potrebbe ridurre l’equità del sistema». Già lo scorso 5 dicembre 2022 Fabrizio Balassone, capo del servizio struttura economica della Banca d’Italia, durante l’audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla Manovra, proprio a proposito della flat tax, osservò che i lavoratori dipendenti ne sarebbero usciti penalizzati: «In un contesto come quello attuale proiezioni economiche sono puramente indicative. La piena attuazione delle riforme e investimenti del Pnrr potrà fornire un contributo determinante alla crescita economica e, di riflesso, al miglioramento della finanza pubblica». Sul tema dell’estensione della flat tax, il dirigente di Bankitalia sottolineò che «in un periodo di inflazione elevata la coesistenza di un regime a tassa piatta e uno soggetto a progressività comporta una ulteriore penalizzazione per chi è soggetto al secondo». Di conseguenza, la presenza di regimi fiscali «eccessivamente differenziati tra differenti tipologie di lavoratori pone un rilevante tema di equità orizzontale, con il rischio di trattare diversamente, in modo ingiustificato, individui con stessa capacità contributiva».

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