Pnrr, l’antifrode Ue indaga sulla gestione dei fondi in «alcuni Paesi membri». C’è anche l’Italia?
A Bruxelles, in un grattacielo vetrato, ha sede l’Ufficio europeo per la lotta antifrode. È un servizio della Commissione europea che si occupa principalmente di indagare sulle frodi ai danni dei fondi pubblici stanziati dall’Unione europea e sugli inadempimenti gravi da parte del personale delle istituzioni europee. Da oggi, 6 giugno, sotto la lente di ingrandimento dell’Olaf – questo l’acronimo dell’organo -, c’è finito il Recovery Plan. Durante una conferenza stampa, i rappresentanti dell’antifrode Ue hanno fatto sapere che sono state avviate «una serie di indagini» sulla gestione dei fondi dei Piani nazionali di ripresa e resilienza. Le inchieste riguardano «alcuni Paesi membri» e, precisano, sono circoscritte a «casi specifici». L’Olaf ha palesato una preoccupazione riguardo «ai problemi classici» che emergono solitamente nelle frodi e «al modo in cui sono stati progettati i sistemi di controllo». Ad oggi, non è dato sapere se l’antifrode Ue abbia aperto dei dossier relativi al Pnrr italiano.
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