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Il naufrago della Costa Concordia deve risarcire Fincantieri, il Codacons salda con 30 kg di monetine

27 Giugno 2023 - 13:59 Redazione
L'uomo si era rivolto all'associazione dei consumatori ma è stato battuto in tribunale. E così per saldare il dovuto è stato usato un trolley pieno di spiccioli

3.944 monetine da un euro racchiuse in un trolley di circa 30 chili. Il Codacons ha deciso di saldare in questo modo, in segno di protesta, il debito di un naufrago dopo la tragedia della Costa Concordia, che causò la morte di 32 persone e l’evacuazione d’urgenza di 4mila persone, tra passeggeri e personale di bordo. Nei giorni scorsi infatti Fincantieri ha notificato un atto di precetto finalizzato al pignoramento dei beni di uno dei naufraghi sopravvissuti al naufragio della Costa Concordia. L’uomo era stato condannato dal Tribunale di Genova a pagare 14mila euro di spese legali al colosso che ha costruito l’imbarcazione. Il pignoramento è stato avviato nonostante il naufrago, nel frattempo, aveva già versato quasi 10mila euro di risarcimento e si era reso disponibile, in tempi dilazionati, a versare la restante somma. Gli avvocati del gigante cantieristico però hanno preferito avviato la procedura di recupero del credito, inviando l’atto di precetto per 3.944 euro. E così l’uomo ha deciso di rivolgersi al Codacons, che attualmente lo assiste legalmente l’uomo.

In precedenza il naufrago aveva citato in giudizio Costa Crociere, società armatrice della Concordia, Fincantieri, in qualità di azienda costruttrice e i cui eventuali errori in sede di cantiere avrebbero potuto causato eventuali malfunzionamenti della nave, e Rina, il registro navale, per quanto accaduto nella notte tra il 12 e 13 gennaio 2012 all’Isola del Giglio, «allo scopo di accertare tutte le responsabilità che avevano concorso a dare origine alla tragedia, comprese quelle relative ai malfunzionamenti della nave». Nel corso del processo il tribunale di Genova aveva riconosciuto all’uomo un risarcimento, accertando le responsabilità di Costa Crociere, ma condannando l’uomo a risarcire le spese legali sostenute da Fincantieri per un totale di circa 14mila euro. La sentenza è stata appellata, in modo da ottenere la condanna anche di Fincantieri e Rina, e il giudizio è ancora pendente presso la Corte d’Appello di Genova.

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