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Buenos Aires, tre agenti della polizia municipale condannati per l’omicidio di un 17enne, aggravato dall’«odio razziale»

12 Luglio 2023 - 12:53 Redazione
I fatti risalgono al 2021, ed ebbero luogo nel quartiere Barracas

Inseguirono tre adolescenti per poi attaccarli a colpi di arma da fuoco: tre agenti della polizia municipale di Buenos Aires (Gabriel Isassi, Juan José López e Fabián Nieva) sono stati condannati per tentato omicidio, a cui si aggiunge la più grave condanna come complici dell’omicidio aggravato, tra l’altro, dall’«odio razziale», nei confronti del 17enne Lucas González. Il giorno della sentenza ha coinciso con il compleanno della madre di quest’ultimo, che dal giorno dell’omicidio ha tentato più volte il suicidio. I fatti risalgono al 2021, ed ebbero luogo nel quartiere Barracas di Buenos Aires.

La ricostruzione

I giovani stavano tornando a casa in macchina, dopo gli allenamenti di calcio presso il club locale. Lungo la strada, vennero intercettati da un’auto civetta della polizia: non si fermarono perché temevano di essere derubati. A quel punto gli agenti iniziarono a sparare e ferirono González, che morì il giorno seguente in ospedale. «Li hanno visti uscire da un quartiere povero, vestiti in un certo modo, con un colore della pelle che forse non piaceva a uno dei poliziotti, alla guida di un’auto quando erano molto giovani. Si sono convinti che i ragazzi fossero delinquenti e che dovessero morire», ha affermato il procuratore Guillermo Pérez de la Fuente.

L’avvocato dei genitori della vittima, Gregorio Dalbón, ha parlato di «una sentenza storica»: «Mai nella giurisprudenza argentina c’è stata una sentenza sulla violenza istituzionale contro il razzismo, a causa dell’odio razziale». I giudici del Tribunale penale orale (Toc) 25 hanno stabilito anche che sia Lucas, che i suoi amici Julián Salas, Joaquín Zúñiga e Niven Huanca, tutti 19enni, oltre ai loro loro genitori, sono stati vittime di «violenza istituzionale». Hanno inoltre verificato che gli agenti di polizia alterarono la scena del crimine piazzando un’arma per giustificare il fatto di aver agito per legittima difesa. La sentenza ha anche condannato sei poliziotti: sono stati ritenuti colpevoli di tortura ai danni tre ragazzi sopravvissuti, che vennero stati ammanettati e portati come detenuti all’Istituto per Minori Inchausti (per poi essere rilasciati il ​​giorno successivo). Sono stati inoltre ritenuti colpevoli di depistaggio di prove. Assolti altri cinque agenti, accusati di insabbiamento.

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