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Roma, la nobildonna che regala tutto il suo patrimonio al 40enne: «Le ha regalato il cognome e 5 milioni di euro»

10 Agosto 2023 - 08:22 Redazione
leonarda aula antonio spoto
leonarda aula antonio spoto
Il testamento e l'indagine per circonvenzione d'incapace

La nobildonna romana Leonarda Aula ha consegnato tutto il suo patrimonio ad Antonio Spoto, 40 anni, nominandolo erede universale. Vedova e senza figli, ha donato così 3 milioni di euro, tre assicurazioni a cinque zeri ancora da incassare, appartamenti e terreni in Sicilia e una cassetta di sicurezza piena di gioielli. Per un totale stimato di 5 milioni. Ma per la procura di Roma è tutto un imbroglio. Tanto che contestano a Spoto la circonvenzione d’incapace. La storia, raccontata oggi dall’edizione romana di Repubblica, comincia il 25 ottobre 2020. Quando Spoto consegna al portiere del palazzo di via Principe di Belmonte a Palermo una black list. Non voleva far entrare amici, parenti e avvocati della nobildonna. Il testamento olografico prevede che venga donato anche il cognome della signora. Mentre Spoto è definito come «erede legittimato dalla mia inoppugnabile volontà».

La circonvenzione d’incapace

La cugina Elvira ha deposto davanti ai carabinieri di Palermo. «Alle 19.00 (del 25 ottobre del 2020) ho telefonato a Leonarda e mi ha risposto un uomo che ho poi saputo essere Spoto. Costui mi ha interrogata sul preciso grado di parentela e sulla mia residenza, poi lapidariamente mi ha detto che mia cugina era morta quel giorno forse per un abuso dei farmaci.Di seguito Spoto, senza che gli chiedessi nulla, precisava che era in possesso di una busta contenente il testamento, di cui sconosceva le disposizioni . Alla mia richiesta di fare un’ultima visita a Leonarda egli tentava di convincermi della inopportunità di ciò poiché forse aveva avuto il Covid. Alla mia insistenza aggiungeva che vi era cattivo odore poiché era in putrefazione e solo dopo la mia ulteriore richiesta, facendogli notare che era morta da poche ore, egli mi consentiva di farle visita il giorno successivo».

La testimonianza

La testimonianza prosegue: «L’indomani il portinaio dell’edificio ci ha chiesto i nostri nomi e poi ha controllato una lista, ha quindi citofonato all’appartamento ove non so chi ha concesso l’ingresso. Arrivati in casa la cameriera mi ha mostrato Spoto il quale senza alcuna ragione, mi faceva vedere una scatola di farmaci e me li indicava come quelli abusati da Leonarda. Poi ha aggiunto: “li ha assunti come fossero caramelle”». Sul testamento si è aperta una battaglia. Il cugino di Leonarda, Diego Prina Ricotti, in una dettagliata denuncia presentata dal penalista Luigi Annunziata, ha dichiarato guerra ad Antonio Spoto.ù

Foto copertina da: Repubblica

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