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Capocotta, la spiaggia Lgbtq+ di Roma, libera, che rischia di finire in mano ai privati

Le concessioni vengono prorogate di anno in anno. E i chioschi sono minacciati dalla direttiva Bolkestein

Fuori Roma ma non troppo, tra Castel Porziano e Torvaianica, c’è una spiaggia che da decenni è silenzioso fortino di inclusione: quella di Capocotta, una striscia di litorale storicamente prediletta dal movimento nudista italiano e dalla comunità Lgbtq+. Ma che con il tempo ha iniziato a ospitare anche molte famiglie, in seguito all’esodo obbligato dalla crescente privatizzazione delle spiagge. Capocotta pullula di un’umanità variegata, e la racconta un dettagliato reportage pubblicato oggi su La Stampa: da un gruppo di statuarie transgender brasiliane a pensionati che simpatizzano per Giorgia Meloni. Passando per “Lallo”, sfegatato romanista che – dopo aver concluso un acceso sinodo sul passaggio di Lukaku ai giallorossi – ricorda come una volta quella spiaggia fosse teatro di serate, balli e feste. Se il presente è nostalgico, il futuro è incerto: Capocotta è impigliata in un limbo giuridico. Nel 2000, il Comune di Roma aveva infatti rilasciato una concessione di 10 anni, estendibile ogni 5 anni. Il 2015 arriva, e non solo nessun bando viene pubblicato dall’amministrazione, ma si aggiunge la scure dell’inchiesta Mafia Capitale. Dunque le proroghe continuano di anno in anno, non senza polemiche.

La direttiva Bolkestein

E sul bagnato degli impicci burocratici piove la direttiva Bolkestein, ovvero la norma europea che regolamenta anche le concessioni demaniali marittime. E che fa nascere il dubbio se i chioschi rientrino o meno nella direttiva. Maria Vichi, proprietaria dello storico locale “Dar Zagaia”, ha spiegato a La Stampa: «Quest’anno siamo riusciti ad aprire solo dopo un ricorso al Consiglio di Stato e una protesta sotto il Campidoglio». Il nome del ristorante deriva da un tratto caratteristico di suo padre, che balbettava (in romano, “zagaiava”). Sergio Leone rimase molto colpito dalla sua figura, tanto da volerlo come comparsa nei suoi film. D’altronde molti registi hanno trovato l’ispirazione tra quelle dune, diventate scenografia per le pellicole di Carlo Verdone, Dario Argento, Nanni Moretti. Il Comune di Roma ha annunciato un bando in arrivo a settembre, che prenderà in considerazione la storia del luogo e la salvaguardia dei diritti di inclusione. Ma non sembra aver rassicurato gli esercenti locali, come Claudio Presutti, presidente del Consorzio che racchiude i cinque chioschi di Capocotta: «A noi non è arrivata nessuna rassicurazione formale. Al bando possono partecipare tutti e la storia di questo posto può facilmente scomparire. Oggi la nostra è una scommessa vinta su ambiente e diritti. Non possiamo far finire una storia così».

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