Previsto un impianto «moderno, multifunzionale e sostenibile» immerso in un grande parco urbano
L’Inter prosegue le manovre per la realizzazione del nuovo stadio. L’area designata è quella tra Assago e Rozzano, comuni confinanti a Sud Ovest di Milano. L’introduzione del progetto è stata presentata oggi ai sindaci delle due municipalità. A guidare il gruppo nerazzuro c’era Alessandro Antonello, a.d. corporate della società Mark Van Huuksloot, Chief Operation Officer nerazzurro, oltre ad altri manager del club e da esponenti di Infrafin, società del gruppo Cabassi, proprietario dell’area. Il primo a ricevere la delegazione nerazzurra è stato il primo cittadino di Rozzano Giovanni Ferretti De Luca, e poi quella di Assago, Lara Carano. L’idea è quella di costruire uno stadio in un grande parco urbano, accessibile liberamente al pubblico, che nascerebbe non lontano dal Forum di Assago, palazzetto di casa dell’Olimpia Milano.
Il «grande parco urbano»
All’interno si prevede sorgeranno strutture sportive, aree di ristorazione e intrattenimento oltre a negozi e servizi, sia per chi frequenta lo stadio sia per i cittadini della zona. L’impianto dovrebbe arrivare a 70 mila posti, molto vicino alla media di spettatori a partita che l’Inter ha portato lo scorso anno a San Siro. L’impianto in sé sarà «moderno, multifunzionale e sostenibile», si legge sulla Gazzetta dello Sport. «Abbiamo formalizzato l’inizio di un percorso che porterà allo sviluppo dell’area identificata a Rozzano e che riguarderà anche i comuni limitrofi, tra i quali anche Assago. Il meeting con entrambe le amministrazioni si è svolto in un clima di disponibilità e collaborazione», ha commentato Antonello.
È allo stremo come non mai, l’isola di Lampedusa, dopo gli arrivi a catena di decine e decine di imbarcazioni di fortuna con a bordo migranti in arrivo dal Nordafrica. Soltanto dalla mezzanotte di oggi, martedì 13 settembre, sono 1.849 le persone sbarcate sull’isola a bordo di 42 barchini, soccorsi dalle motovedette della Guardia di finanza, Capitaneria e carabinieri. E decine di altre imbarcazioni sono in fila in attesa di poter sbarcare. Il numero complessivo accertato di migranti a Lampedusa si attesta così al numero record di 6.762. Buona parte di questi trovano riparo nell’hotspot dell’isola, che scoppia, ma l’affluenza è tale che gruppi di migranti sono accampati in diversi punti dell’isola, a cominciare dal molo Favarolo di approdo. Fra i quasi 7mila, riportano le autorità, vi sono anche 257 minori non accompagnati. Numeri insostenibili per le capacità di accoglienza pur temporanea dell’isola, tanto che oggi il Comune di Lampedusa ha proclamato lo stato di emergenza. «Abbiamo ribadito quello che chiediamo da mesi, ossia cercare di bypassare l’isola con le navi in rada, aiuto e sostegno per un’isola che in questi mesi è sotto un forte stress», ha detto il sindaco Filippo Mannino nell’annunciare la decisione in consiglio comunale.
Corsa ai trasferimenti e tensioni tra migranti e forze dell’ordine
Per alleggerire il peso dei migranti sull’isola sono in corso le operazioni di trasferimento verso altre strutture attrezzate in Italia. 720 migranti sono già stati trasferiti, come mostrano le immagini Ansa, con un traghetto di linea Galaxy verso Porto Empedocle; altri 180 con un volo ad hoc verso Bologna. Entro la tarda serata, secondo quanto pianificato dalla Prefettura di Agrigento, altri 750 dovrebbero lasciare Lampedusa, a bordo di una nave militare, di un altro traghetto di linea e di pattugliatori della Guardia di finanza. La calca a Lampedusa ha portato in giornata anche a momenti di tensione in prossimità del molo: gli agenti della Guardia di Finanza hanno faticato a contenere le lamentele di centinaia di migranti lasciati a lungo in pieno sole senza indicazioni in attesa dei trasferimenti, tanto che hanno effettuato anche una carica di alleggerimento su un gruppo di migranti che tentava di sfondare il cordone eretto attorno al molo. Una volta calmati gli animi, i migranti si sono seduti a terra senza ulteriori momenti di tensione, anche grazie all’intervento dei volontari della Croce Rossa che distribuiscono bottigliette d’acqua o offrono refrigerio coi nebulizzatori.
Gli attacchi di Salvini e Giarrusso
Da settimane il sindaco dell’isola Filippo Mannino denuncia la gravità della situazione, e da giorni i suoi allarmi sono ripresi e rilanciati anche dal governo Meloni, che mette nel mirino soprattutto la totale assenza di aiuto da parte dell’Ue. Dinamica aggravatasi oggi con la conferma da parte del governo tedesco dello stop (dallo scorso agosto) delle procedure di selezione di richiedenti asilo provenienti dall’Italia nell’ambito del meccanismo di solidarietà volontaria Ue. Una pressione inaudita sulle autorità italiane, che oggi ha portato a sbattere il leader della Lega e ministro delle Infrastrutture (porti inclusi) Matteo Salvini. «Quando ti arrivano 120 mezzi non è un episodio spontaneo, ma è un atto di guerra. Per la società italiana questo è il collasso, non è solo un problema di Lampedusa», ha detto il vicepremier parlando alla stampa estera a Roma. Rincarando la dose: «Sono convito che ci sia una regia dietro questo esodo. Ne parleremo pacatamente in seno al governo italiano, ma non possiamo assistere ad altre scene simili». E al Parlamento europeo, nella giornata del discorso sullo Stato dell’Unione della presidente della Commissione von der Leyen, a dar voce all’emergenza-Lampedusa è stato l’eurodeputato Dino Giarrusso (fuoriuscito dal M5s). «La costa sud dell’isola è in questo momento letteralmente invasa dei barchini che i criminali responsabili del traffico di esseri umani continuano ad usare, mettendo a rischio migliaia di vita, arricchendosi ed esasperando la realtà quotidiana di una piccola isola che porta sulle sue spalle un peso che dovrebbe essere condiviso da tutta l’Europa», ha attaccato l’ex Iena nell’Aula di Strasburgo, aggiungendo di aver per questo deciso di candidare il «popolo di eroi» di Lampedusa al Premio Sakharov, il riconoscimento annuale dell’Ue per i diritti umani.
L’appello all’Ue dell’Onu
Un appello all’Ue a farsi carico della situazione off limits è arrivato oggi anche dal vertice più alto dell’Onu. Da New York il segretario generale Antonio Guterres ha rimarcato infatti come «gli sforzi non possono essere fatti solo dai Paesi di primo arrivo ma devono essere condivisi: questo è un problema dell’Ue e ci devono essere meccanismi di solidarietà» Secondo il capo delle Nazioni Unite, coloro che si mettono così in viaggio verso «si muovono per ragioni economiche: tutti devono vedere i propri diritti umani rispettati ed è essenziale che ci sia la solidarietà europea».