È una Giorgia Meloni a tutto campo quella che risponde alle domande di Bruno Vespa nel doppio appuntamento di questa sera, martedì 13 settembre, a Cinque minuti prima e a Porta a Porta più tardi. Le anticipazioni diffuse alle agenzie delle due interviste registrate nel pomeriggio mostrano una premier battagliera, spesso ai limiti della polemica, con l’Ue su tutti i fronti più caldi della politica italiana ed europea: dall’emergenza-Lampedusa alla tassa sulle banche, dal dossier Ita sino ai negoziati sul Patto di stabilità, con annesse tensioni con Paolo Gentiloni. Nel programma in onda dopo il Tg1, Meloni affronta il nodo dell’immigrazione, commentando lo stop della Germania all’accoglienza di richiedenti asilo dall’Italia: «La questione dei ricollocamenti è secondaria, sono state ricollocate pochissime persone in questi mesi, è una coperta di Linus, la questione non è come scarichiamo il problema, è fermare gli arrivi in Italia, non vedo ancora risposte concrete». Quindi scansa via i “cattivi pensieri” di chi vede la nomina di Mario Draghi a neo “consulente d’onore” sull’economia Ue per le istituzioni europee, come annunciato stamattina da Ursula Von der Leyen: «Draghi è uno degli italiani più autorevoli che abbiamo, presumo che possa avere un occhio di riguardo per la nostra nazione, la considero una buona notizia», ha reagito la premier, negando che quella della Commissione possa essere «una iniziativa contro di noi». Meno tenero resta invece il giudizio sull’altro italiano di spicco nelle istituzioni Ue, il Commissario all’Economia ed ex premier Gentiloni, da giorni bersaglio di critiche da parte della maggioranza di governo. «Ho trovato facesse molte interviste nell’ultimo anno per redarguire e dire la sua sull’operato del governo», attacca Meloni: «Ecco, non so se accade nelle altre nazioni. I commissari non è che fanno il lavoro del loro governo però un occhio ogni tanto… ho visto invece un approccio più critico che non collaborativo».
Banche e Ita: i fronti aperti con l’Ue
Se c’è un tema che ha visto la premier alzare i toni negli ultimi giorni con l’Ue, come raramente sin qui ha fatto, è quello sull’operazione di salvataggio dell’ex compagna di bandiera, Ita, che il Tesoro sta curando insieme a Lufthansa. Il governo è pronto allo scontro con l’Europa su Ita, le chiede Vespa a Porta a Porta? «Mi diverte sempre questo racconto», allontana il tema la premier, per la quale il ragionamento è diverso: «Siamo in Ue ma a testa alta anche per difendere i nostri interessi nazionali. Il governo trova una soluzione dopo anni, poi mi aspetto che ci venga detto ‘bravi’ e non si perda tempo, lo penso e l’ho detto». Da un’altra istituzione Ue, la Bce, è arrivata proprio nelle scorse ore un segnale di avvertimento su un’altra iniziativa del governo, la tassa sugli extraprofitti delle banche annunciata a sorpresa dal governo prima della pausa estiva. «Rivendico il provvedimento – tiene il punto su questo Meloni – non c’è alcun intento punitivo, c’è l’idea di uno Stato che interviene e anche quando vuol essere considerato più impattante». Ma il provvedimento, anche tenendo conto dei rilievi di Francoforte (oltre che dell’Abi) è ancora passibile di modifiche nell’iter di conversione in Parlamento? La premier non lo esclude. «Se ci sono correttivi da fare si possono fare ma non intendo fare marcia indietro. Modifiche si possono fare a parità di gettito, che è qualcosa di meno di tre miliardi».
La solidità della maggioranza e la (non) vita privata
Nel salotto di Vespa, la premier affronta poi il nodo dello stato di salute della sua maggioranza quando si avvicina il primo anniversario della nascita del suo governo. Non nega le divisioni, Meloni, ma guarda con ottimismo al prosieguo del cammino di governo: «Sono cintura nera di lavoro snervante, mi sento abbastanza attrezzata. Siamo tutte persone molto responsabili, con un macigno sulle spalle, che non possono disperdere energie in piccole beghe e piccolo cabotaggio. È giusto e necessario che ciascun partito della coalizione segnali la propria specificità, ma confido che tutti capiscano il limite fra le legittime rivendicazioni e cose che possono mettere in difficoltà la nazione, non il governo». Ma tale impegno “snervante” lascia alla premier spazio per la sua vita privata, chiede il conduttore di Rai 1? «What vita privata?», è la lapidaria risposta di Meloni, che confessa: «Attualmente nella mia vita non c’è nulla a parte quello che devo fare. Ginevra quando posso la porto con me».
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