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Roma, il ministro Sangiuliano non rinnova i vertici del Museo della Liberazione. Il presidente: «Non consegniamo le chiavi, apriremo lo stesso»

04 Gennaio 2024 - 19:00 Redazione
Dal 20 dicembre il MiC non nomina o riconferma il presidente e il comitato direttivo. Così, senza un legale rappresentante, rischiano di bloccarsi tutte le attività del polo

«Il museo storico della Liberazione sarà regolarmente aperto dal lunedì ore 9.30 alla domenica ore 18.30. Ciò nonostante dal 20 dicembre sia senza vertici non avendo provveduto il ministero della Cultura a rinnovare l’incarico al presidente e ai componenti del Comitato direttivo di nomina ministeriale. Il presidente uscente, sotto la sua personale responsabilità, ha deciso di non consegnare le chiavi ma di aprire comunque». Ad annunciarlo sui social è il Museo della Liberazione di via Tasso, a Roma.

Il presidente uscente Antonio Parisella, nel post, ringrazia le operatrici, gli operatori e i collaboratori che garantiscono sia il programma delle visite scolastiche e non, individuali e di gruppo, e la fruizione dei servizi per gli studiosi, (archivio, biblioteca, mediateca e collezioni). Solidarietà alla realtà romana è arrivata dal sindaco di Parma, Michele Guerra, che ha scritto: «Se oggi il Museo di via Tasso non è chiuso, se sta continuando a svolgere il suo ruolo essenziale di pubblico servizio, di spazio dove storia, memoria e testimonianza si incontrano a vantaggio dei suoi visitatori, lo si deve al suo Presidente uscente, che si è assunto una responsabilità personale dall’alto valore civile. Questo presidente è Antonio Parisella, indimenticato e indimenticabile professore di Storia contemporanea nell’Università di Parma, un vero e importante “parmigiano d’adozione“. Mi legano a lui tanti ricordi, di vita accademica e personali e gli ho voluto testimoniare al telefono la vicinanza che merita, ringraziandolo per una responsabilità che riguarda la storia del nostro Paese. Ora occorre che il ministero della Cultura dia risposta immediata a ciò che il Museo aveva già segnalato da settembre e gli permetta di riprendere tutte le sue attività regolarmente, per evitare che su questa situazione si addensino nubi assai poco confortanti».

Le nomine

Come ricorda il sito Finestre sull’arte l’istituto, inaugurato nel 1955 e ufficialmente riconosciuto nel 1957, è un ente di diritto pubblico controllato dal Ministero della Cultura, che ne designa il Presidente, e nomina cinque membri del suo comitato direttivo (sono tredici in tutto: due sono rappresentanti del Ministero della Difesa, uno di Roma Capitale e uno ciascuno per Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Federazione Italiana Volontari della Libertà, Federazione Italiana Associazioni Partigiane, Associazione Nazionale ex Internati e Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti). I membri del comitato durano in carica tre anni. La mancata conferma o la mancata nomina di sostituti rischia di bloccare le attività del museo, che senza un presidente non ha un suo legale rappresentante. Ad aprile proprio il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano fece visita nella struttura capitolina.

(museo storico della Liberazione / Fb)

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