Genova, polemica per la mostra su Artemisia Gentileschi: «Si fa la cronaca del suo stupro»

Presto è arrivata anche la replica della Fondazione di Palazzo Ducale: «Restiamo aperti al dialogo e al confronto costruttivo»

«Un voyeurismo, una micidiale operazione patriarcale»: queste le dure parole di Valentina Cervella, una delle studentesse della Laurea magistrale in Storia dell’Arte e valorizzazione dei Beni culturali dell’Università di Genova che nelle ultime ore stanno duramente condannando l’esposizione dedicata alla pittrice secentesca Artemisia Gentileschi, al Palazzo Ducale nel capoluogo ligure. Al centro delle proteste c’è il modo in cui viene raccontato lo stupro subìto dall’artista nel corso della mostra: «Mentre la voce di un’attrice legge, dettagliatamente ed enfaticamente, tutte le fasi dello stupro, così come raccontate da Artemisia durante il processo, e attestate dai documenti, indugiando parecchio sui particolari – la descrive Cervella a Repubblica – alle pareti, vengono proiettati i quadri della pittrice, e sul letto, fisico, davanti al pubblico, scende un profluvio di sangue. Cosa c’entra tutto questo con la comprensione e la valorizzazione di un’artista?».


La replica

La mostra, che era stata inaugurata dal sottosegretario Vittorio Sgarbi e promossa e organizzata da Arthemisia con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Comune di Genova e Regione Liguria, è ora al centro delle polemiche sui social e sui magazine di settore. «La triste vicenda personale della nota pittrice sembra proprio attirare esposizioni in cui lo stupro viene spettacolarizzato fino a diventare pornografia del dolore, rubando la scena alla qualità artistica», si legge ad esempio su Exibart. Presto è arrivata anche la replica della Fondazione di Palazzo Ducale: «Riteniamo che il messaggio della mostra sia coerente con l’attenzione che il Ducale in tutte le sue forme ha sempre dedicato ai diritti e alla lotta contro la violenza sulle donne, e sia pensato per arrivare al più ampio pubblico possibile. Rispetto alle critiche che in questi giorni stanno arrivando sulla mostra di Artemisia Gentileschi restiamo aperti al dialogo e al confronto costruttivo».


E ancora: Iole Siena, presidentessa di Arthemisia, sottolinea che «tutta la mostra é una chiara ed evidentissima denuncia contro la violenza sulle donne. Non a caso si celebra la donna che per prima ha avuto il coraggio di denunciare pubblicamente la violenza subita e che, 400 anni fa, ha addirittura sfidato l’intera società per rivendicare la sua libertà. Se si parla di Artemisia, non é possibile omettere il racconto del fatto che ha segnato tutta la sua vita, soprattutto quella artistica. Significherebbe censurare i fatti. La mostra è stata fatta tutta da donne che lavorano in un’azienda fatta quasi interamente di donne, in cui il rispetto e la stima per le donne é al massimo livello possibile. Ma di cosa parliamo?».

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