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Processo Ciro Grillo, chiesta l’audizione protetta: «Silvia è estremamente vulnerabile, 1.400 domande in 4 udienze»

31 Gennaio 2024 - 13:52 Redazione
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Al documento sono allegate due valutazioni: una dello psichiatra e l’altra della psicologa della presunta vittima di stupro, che hanno segnalato l'aumento delle dosi dei medicinali per la loro assistita

L’avvocata Giulia Bongiorno ha presentato ieri un’istanza per chiedere al presidente del collegio nel processo per violenza sessuale contro Ciro Grillo e i suoi tre amici (Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia) di prendere le misure necessarie per tutelare Silvia (nome di fantasia) dallo stress emotivo che vive in aula, vista la sua «estrema vulnerabilità». Al documento sono allegate due valutazioni, scrive il Corriere della Sera: una dello psichiatra e l’altra della psicologa della giovane dove viene riportata la decisione degli stessi di aumentare le dosi farmacologiche. Nell’istanza si precisa inoltre come la ragazza, durante le 4 udienze, abbia risposto a circa 1.400 domande, oltre mille se si escludono quelle ripetute. Un totale di 22 ore di udienza, 17 se non si contano le pause. La richiesta della legale sembra è stata accolta dal presidente e oggi – mercoledì, 31 gennaio – nell’aula dell’udienza (a porte chiuse) è apparso un drappo nero. Da usare, con ogni probabilità, secondo il giornale di Milano, per un paravento che separi gli avvocati, assistenti, carabinieri, dalla giovane. Si è deciso invece di non far «filtrare» le domande del controesame dal giudice. In un primo momento si era pensato che gli avvocati della difesa potessero passare trascrivere le domande su un foglio, che avrebbe poi letto la corte, ma verranno invece formulate dai legali. L’ultima deposizione, del 13 dicembre scorso, era stata definita dal legale della ragazza, che all’epoca dei fatti aveva 19 anni, «da medioevo». Nel mirino erano finite le domande che l’avvocata Antonella Cuccureddu, del pool della difesa dei quattro, aveva rivolto a Silvia nella terza udienza e giudicate da più parti inopportune.

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