Processo Ciro Grillo, la legale della difesa accusata di aver fatto domande inopportune: «Sto ricevendo minacce sui social»

L’avvocato avrebbe chiesto alla denunciante i suoi movimenti durante la violenza, e la sua reazione durante il rapporto orale

Continua a far discutere quanto avvenuto tra le aule del tribunale di Tempio Pausania, dove è stata sentita la giovane accusatrice di Ciro Grillo (figlio di Beppe, fondatore del Movimento 5 stelle) e tre suoi amici liguri Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. Nel mirino nello specifico ci sono le domande che l’avvocata Antonella Cuccureddu, del pool della difesa dei quattro, ha rivolto domande alla ragazza italo-norvegese comparsa per la terza volta nel processo per violenza sessuale di gruppo. Giudicate inopportune da molti utenti sui social, fino al punto che la legale sarebbe stata «minacciata»: lo ha riferito ai cronisti lei stessa. Aggiungendo: «Il presidente e pubblico ministero mi hanno pubblicamente manifestato la loro più piena e totale solidarietà invitandomi a denunciare le minacce che sto ricevendo in queste ore sui profili social». E ancora: «Non ho nessuna ragione di chiarire la questione con il mio collega: tutti e due conosciamo il codice di procedura penale. Ma farò presente al tribunale cosa sta succedendo in questo processo: Qual è la pressione che stiamo subendo tutti perché sono state stigmatizzate domande sul fatto, e non sui sentimenti, fatte dal tribunale. E’ una pressione sul tribunale». «Ho ricevuto centinaia di messaggi da colleghi, magistrati e anche giornalisti di solidarietà e supporto – ha spiegato ancora Cuccureddu – d’altra parte anche tanti da colleghi e magistrati mi dicevano: ‘ma avvocato, lei fa domande su come sono stati tolti i pantaloni’. Questo perché voi avete stigmatizzato un elemento del fatto: non si può fare una violenza sessuale se uno ha i pantaloni».


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