Beppe Grillo

BEPPE GRILLOOpen | Beppe Grillo è un comico, politico e blogger italiano fondatore del Movimento 5 Stelle

Chi è Beppe Grillo?

Attore, comico, blogger, politico. Nato a Genova il 21 luglio 1948, Beppe Grillo è stato nella sua lunga carriera tutte queste cose: per un lungo tratto mescolando insieme tutte queste attività, dando vita ad un personaggio poliedrico sempre fuori dagli schemi e difficile da inquadrare. Tanto amato quanto criticato o detestato, per questo, da milioni di italiani. Dopo una lunga carriera di attore, decollata in tv a partire dalla fine degli anni ’70, Grillo pone sempre più l’accento nei suoi spettacoli su temi politici ed economici. Sino a convincersi progressivamente della necessità di dotare il Paese di un’alternativa politica a partiti e poteri da lui ritenuti in massima parte corrotti e inefficaci. Per questo, dopo il «test» dei Vaffa-Day organizzati tra 2007 e 2008, Grillo dà vita al Movimento 5 Stelle. Prima sotto forma di liste civiche da lui «certificate» per le elezioni locali; poi, ufficialmente dall’ottobre 2009, con il lancio del soggetto politico nazionale, del quale assume il ruolo di «garante». Allontanatosi progressivamente dalla gestione politica del Movimento una volta giunto questo all’apice del suo successo politico, la vittoria alle elezioni del 2018 e l’approdo al governo in coalizione con la Lega, Grillo ha diradato sempre più negli ultimi anni i suoi interventi pubblici, lasciando formalmente dal 2021 – non senza dissidi – la guida del M5s all’ex premier Giuseppe Conte, e tornando a vestire i suoi panni preferiti: quelli di mattatore in spettacoli teatrali.

Comico irresistibile (e dissacrante)

Talento comico innato, genovese doc, Grillo viene notato mentre si esibisce in un cabaret milanese da Pippo Baudo nel 1977. Il conduttore lo vuole subito in tv: è l’inizio di una carriera di successo fulminante. Lanciato al grande pubblico col nome di Beppe Grillo (all’anagrafe è Giuseppe, per gli amici era semplicemente Giùse), partecipa ai programmi di Baudo Secondo voi, Luna Park e poi al seguitissimo Fantastico, che conduce nel 1979 insieme a Loretta Goggi. Negli anni ’80, sull’onda del successo, la Rai gli affida una serie di programmi ritagliati sul suo talento comico: Te la do io l’America (1981), Te lo do io il Brasile (1984), Grillometro (1985). In quegli anni partecipa anche più volte come ospite all’evento canoro-televisivo più seguito d’Italia, il Festival di Sanremo. Ma le sue incursioni satiriche sempre più pungenti contro i potenti, nei ruggenti anni ’80 che nascondono gli scandali che saranno scoperchiati anni dopo da Tangentopoli, gli attirano anche le attenzioni sempre più critiche dei circuiti politici. Il 15 novembre 1986, in una puntata di sabato sera di Fantastico, Grillo pronuncia una battuta al veleno sulle presunte ruberie del Psi di Bettino Craxi, in quel momento alla guida del governo: gli costerà di fatto l’allontanamento dalla Rai.

Il cinema, il teatro e la «scoperta» di Internet

Grillo ha recitato anche in produzioni per il cinema, in particolare nei film Cercasi Gesù (1982), Scemo di guerra (1985) e Topo Galileo (1988). Ma il suo grande amore, (ri)scoperto progressivamente dopo l’allontanamento forzato dalla tv – fatta salva la messa in onda su Rai 1 dello spettacolo Beppe Grillo show nel 1993 – è soprattutto il teatro. Negli anni ’90 porta in tournée gli spettacoli Buone notizie, Un grillo per la testaCervello e Apocalisse morbida. Nel decennio successivo i suoi lavori si concentrano sempre di più su esercizi di denuncia, per mezzo della satira, di scandali (o presunti tali) legati al potere economico o politico italiano – come il crac della Parmalat o le inefficienze del gruppo Telecom. Grillo anticipa i tempi dedicando attenzioni anche ai temi dell’inquinamento, delle tecnologie «pulite» o ancora della rivoluzione digitale. Proprio questa sua «fissa» per le nuove frontiere che può aprire Internet è il preludio per il primo salto, quello da «semplice» attore/mattatore ad attivista pubblico, animatore di cause e campagne d’interesse generale. Lo strumento scelto per dar voce a queste battaglie è un blog, beppegrillo.it, fondato insieme all’imprenditore Gianroberto Casaleggio nel gennaio 2005.

L’intuizione politica e il varo del Movimento 5 Stelle

Le cause segnalate e le battaglie condotte via blog sono di fatto il preludio alla «discesa in campo» in politica di Beppe Grillo. Che non sarà mai diretta: rifiuterà sempre di candidarsi ad alcun ruolo elettivo, anche a causa degli strascichi giudiziari di una drammatica vicenda personale, la morte nel 1981 di tre amici di famiglia a bordo di un’auto precipitata di cui era alla guida (finirà condannato per omicidio colposo). Ma una volta individuati i temi portanti – l’ambientalismo, la difesa dei beni pubblici, la lotta alla corruzione in primis – e lo spazio politico per veicolarli, fin dal 2005 Grillo apre la strada alla traduzione delle sue battaglie in impegno pubblico diretto, suo e dei suoi seguaci. Dopo la «palestra» dei meet-up, i primi gruppi locali di “amici di Beppe Grillo” che si confrontano sull’attivismo locale, nel 2007 Grillo molla gli ormeggi e chiama a raccolta tutti gli italiani. L’8 settembre di quell’anno il «Vaffa-Day» indetto per protestare contro i partiti tradizionali: la piazza di Bologna è stracolma e la proposta di legge popolare sui criteri di candidabilità ed eleggibilità dei parlamentari raccoglie in tutta Italia oltre 300mila firme. Pochi mesi dopo, il 25 aprile 2008, Grillo fa il bis in un’altra piazza stracolma, quella di Torino. Già a gennaio il comico ha preannunciato via blog che arriverà presto il momento della presentazione di vere e proprie «liste civiche a 5 stelle». Chiusasi la porta più o meno seriamente evocata del Partito democratico – alle cui primarie annuncia di volersi candidare nel luglio 2009 – a ottobre Grillo presenta ufficialmente il Movimento 5 Stelle, ideato e lanciato insieme a Gianroberto Casaleggio, imprenditore e «guru» dei nuovi media. A partire dalla successiva primavera, il Movimento patrocinato dai due presenta suoi candidati in tutte le principale tornate elettorali, a cominciare dalle Regionali 2010.

Successo e allentamento dalla vita politica

La creatura di Grillo cresce rapidamente, prima nei sondaggi e presto nelle elezioni reali, al grido soprattutto degli slogan anti-corruzione contro la «casta», secondo la definizione della classe politica coniata proprio in quegli anni da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella in un libro divenuto caso letterario. Nel 2012 il Movimento elegge i suoi primi quattro sindaci, tra cui quello di Parma, l’informatico Federico Pizzarotti. Nei mesi successivi Grillo prepara e conduce in prima persona la campagna elettorale per le elezioni politiche: ai candidati scelti online tra comuni cittadini è vietato andare in tv, mentre Grillo spopola nelle piazze del Paese con il suo Tsunami Tour, concluso in una Piazza San Giovanni gremita. Al debutto politico nazionale, a febbraio 2013, il M5s entra in Parlamento con oltre il 25% dei voti, sottraendone milioni ai partiti tradizionali – in primis il Pd di Pier Luigi Bersani – e «costringendoli» di fatto a varare la prima “grande coalizione” della Seconda Repubblica. Nella legislatura che segue, il Movimento mette a frutto il suo ruolo di opposizione al governo Pd-Pdl, mentre crescono nei suoi ranghi alcune figure politiche: come Roberto Fico, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Nella primavera del 2016, la crescita del M5s entra in una nuova fase con due eventi diversi e cruciali: il 12 aprile muore il sodale di Grillo, Gianroberto Casaleggio, la cui eredità sarà raccolta dal figlio Davide; il 19 giugno ai ballottaggi delle elezioni amministrative vengono elette alla guida di Roma e Torino due sindache del Movimento, Virginia Raggi e Chiara Appendino.

Grillo mantiene la guida in «remoto» del suo soggetto politico, alternando strali e prese di posizione via blog e discese a Roma per dettare la linea. Ma a mano a mano che crescono altre figure interne al Movimento, si convince della necessità di individuare un altro, vero e proprio «capo politico». La scelta ricadrà nel 2017 sul giovane deputato campano Luigi Di Maio, incoronato dal voto degli iscritti tramite la piattaforma Rousseau a settembre, in tempo per il lancio della campagna elettorale per le politiche del 2018. Il 4 marzo di quell’anno il voto segna il boom del Movimento, i cui consensi aumentano ancora e arrivano oltre il 32%. Dopo mesi di tentativi falliti e abboccamenti, la formazione grillina sfonda uno dei tabù storici acconsentendo ad un accordo di programma con un altro partito – la Lega – con il quale approda al governo. A guidarlo però, secondo i termini dell’intesa, non sarà Di Maio (né Salvini, secondo vincitore di quella tornata elettorale) ma una figura “terza” (benché già inserita dai 5 Stelle nella lista dei “candidati ministri”): Giuseppe Conte. Il coronamento della lunga marcia politica del Movimento, con la guida del governo oltre che della capitale, segna l’inizio del progressivo distacco dalla sua creatura di Grillo, che sempre più a fatica nasconde la voglia di tornare a fare satira ed evitare le continue beghe politiche e giuridiche legate alla gestione del primo partito (o movimento) del Paese. Già dall’inizio del 2018 Grillo si è «ripreso» il suo blog, separandone i destini da quelli del Movimento. E la sua distanza dagli eletti M5s non fa che crescere dopo la giravolta – pur da lui avallata – del M5s, che dopo la Lega va al governo anche con i vecchi «nemici giurati» del Pd a partire dall’estate 2019. Il premier Conte è d’altra parte ormai di fatto l’uomo più in vista del Movimento (anche se la sua affiliazione sarà formalizzata solo più tardi), al pari (e spesso in dissidio) di Luigi Di Maio, diventato ministro degli Esteri, mentre Roberto Fico ha il profilo istituzionale della terza carica dello Stato.

Il ritorno ai teatri e i guai famigliari

Grillo si inabissa durante la fase della lotta alla pandemia, e si prepara a lasciare la guida del Movimento al popolarissimo Conte, una volta terminata la sua esperienza di governo: l’accordo verrà sancito, non prima di scontri e diatribe, a luglio 2021. Il comico genovese ha un sussulto di rinnovato protagonismo soltanto al momento della formazione del governo Draghi: guida lui l’incontro tra la delegazione M5s e l’ex governatore della Bce e si rivela decisivo – a sorpresa di molti – per vincere le resistenze interne e portare a Draghi il sostegno anche del Movimento. È di fatto la sua ultima tangibile iniziativa di direzione politica del M5s. Stanco e alle prese anche con i problemi giudiziari del figlio Ciro, Grillo si allontana sempre più dalla politica e torna, ancora una volta, là dove si sente più a suo agio: sui palchi dei teatri di tutta Italia. Anche se il suo smalto non è più quello dei dorati anni ’80, ’90 e 2000.

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