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Prosegue lo sciame sismico intorno a Parma. A Spoleto, in Umbria, scuole chiuse per le scosse

09 Febbraio 2024 - 17:34 Redazione
La scossa più forte all'ora di pranzo, in Val Baganza, con magnitudo 4.2.

Negli ultimi tre giorni la provincia di Parma è interessata da uno sciame sismico. La scossa più forte finora è stata registrata alle 13.06 di oggi, in Val Baganza, con magnitudo 4.2., avvertita dalla popolazione, e fortunatamente senza danni. «La situazione è costantemente monitorata- affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e la vicepresidente con delega alla Protezione civile, Irene Priolo-. Tutte le componenti del sistema sono allertate e operative in caso di necessità. Sul territorio dell’Unione dei Comuni Appennino Parma Est, epicentro delle scosse, stamattina si è svolta un’attività di informazione alla popolazione per ricordare le regole di comportamento da seguire in caso di sisma e la localizzazione delle aree di assistenza dove eventualmente recarsi». C’è anche uno sciame sismico in Umbria, con scosse a Spoleto fino a 3.5 di magnitudo e scuole chiuse per precauzione.

La zona e l’analisi dell’Ingv

In Emilia la scossa di 4.2 si è sentita distintamente anche a Parma città. Il sindaco Michele Guerra ha attivato l’Alert System. A Felino Marzolara e Calestano invece, dove è stato localizzato l’epicentro, le persone sono scese in strada per alcuni minuti. L’epicentro è sotto una nota pizzeria del paese di Marzolara, a pochi metri dal torrente Baganza. «È stata una scossa molto rapida, una frazione di secondo, ma per il momento non abbiamo registrato danni», ha dichiarato all’ANSA Francesco Peschiera, sindaco di Calestano, specificando che sono in pre allerta». L’area interessata, spiega l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), ha una sismicità storica ben nota. Il sisma più forte nella zona risale al ben 4 marzo 1898, con una magnitudo stimata pari a 5.4, avvertito anche nel nord Italia. Il 9 novembre 1983, quando la terrà tremò tra Parma e Langhirano, con magnitudo 5.0 e soprattutto quello del 23 dicembre 2008, la magnitudo 5.4. E la zona si trova a sud-est. «Sequenze di questo tipo – sottolinea l’Ingv all’Ansa – sono comuni nell’Appennino settentrionale, così come in molte altre regioni d’Italia. Statisticamente, la maggior parte di esse termina dopo pochi giorni o qualche settimana, ma in alcuni casi possono durare più a lungo, soprattutto nei casi in cui si manifesti un terremoto più forte. L’area interessata dall’attuale sequenza è posta in una fascia a pericolosità sismica media e non è distante dalle zone dell’Appennino settentrionale caratterizzate da pericolosità molto alta, come quelle della Val di Taro e della Garfagnana».

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