Nuovo vertice in Egitto con Qatar e Usa per una tregua. Le condizioni di Hamas, Israele frena: nessun tavolo senza la lista degli ostaggi vivi

I delegati di Stati Uniti, Qatar e Hamas sono nella capitale d’Egitto per trattare un cessate il fuoco sulla Striscia prima del Ramadan

Proseguono i colloqui per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza. I delegati di Stati Uniti, Qatar e Hamas hanno raggiunto il Cairo per trattare una tregua sulla Striscia prima del Ramadan, il mese in cui si pratica il digiuno, che inizia dal 10/11 marzo, scrive il Guardian. La prima ad arrivare è stata la rappresentanza statunitense, seguita da quella del Qatar. Entrambe sono state accompagnate nel segretissimo luogo dell’incontro. Secondo fonti bene informate, la delegazione di Hamas – composta da 3 leader – presenterà una risposta unitaria delle fazioni palestinesi riguardo ad una nuova formula per l’accordo di cessate il fuoco e di scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi.


Assenti ai colloqui i funzionari israeliani che, fa sapere la radio pubblica Kan, avrebbero deciso di non partire per la capitale d’Egitto. Secondo i media locali, Israele insisterebbe ancora per conoscere i nomi dei prigionieri nella mani di Hamas che dovrebbero essere liberati e anche per verificare il numero di detenuti palestinesi che dovrebbe rilasciare in cambio. In mattinata, un funzionario di Hamas ha riferito all’Afp che una tregua nell’enclave palestinese sarebbe stata possibile «entro 24-48 ore» a partire da oggi, se Israele avesse accettato le richieste del partito-milizia. «Se Israele accetta le richieste di Hamas, che includono il ritorno degli sfollati palestinesi nel nord di Gaza e un aumento degli aiuti umanitari, ciò può aprire la strada a un accordo entro le prossime 24-48 ore», ha detto la fonte di Hamas in condizione di anonimato. Al Jazeera fa sapere che l’incontro della delegazione di Hamas al Cairo con i mediatori inizierà alle 14 (le 13 in Italia).


Gantz negli Usa, Netanyahu si dissocia

Nel frattempo, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dato istruzioni all’ambasciata israeliana a Washington, riportano i media locali, di non assistere il ministro Benny Gantz, membro del gabinetto di guerra, che la scorsa notte è partito per gli Stati Uniti. Qui, Gantz ha in programma vari incontri con la vicepresidente Usa, Kamala Harris, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan e membri del Congresso, sia democratici che repubblicani. Secondo radio Kan, Netanyahu ha trovato fuori luogo che Gantz abbia organizzato quella missione senza consultarlo in anticipo. Per questo, l’ambasciatore di Israele negli Usa Mike Herzog non parteciperà ai colloqui. Leader del partito centrista «Unità nazionale» ed ex ministro della Difesa, Gantz ha spiegato che il proprio obiettivo è di rafforzare i legami strategici con gli Stati Uniti. Nella sua agenda c’è anche la questione della liberazione degli ostaggi a Gaza e un accordo politico con il Libano tale da rimuovere la minaccia degli Hezbollah lungo la frontiera con Israele.

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