Ilaria Salis resta in carcere, negati i domiciliari. In aula di nuovo in catene, il giudice: «13 mesi in cella non sono poi tanti» – Il video

Il giudice Jozsef Sós ha respinto la richiesta dei legali dell’attivista italiana, in cella dal febbraio 2023 a Budapest. Per lei ci sarebbe «sempre il pericolo di fuga»

La detenzione cautelare di 13 mesi di Ilaria Salis, in carcere a Budapest dal febbraio 2023, «non è tanto lunga vista la gravità dei reati, stabiliti dalla procura», dice il giudice ungherese Jozsef Sos dopo aver respinto la richiesta dei domiciliari per l’attivista italiana. Secondo Sos «le circostanze sono cambiate» e ancora oggi «persiste il pericolo di fuga». Il padre di Ilaria, Roberto Salis, è uscito dall’aula subito dopo che il magistrato ha reso noto il verdetto. Salis è entrata oggi, giovedì 28 marzo, nell’aula del tribunale, ancora in manette e catene. A testimoniarlo è un video di Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista. Acerbo fa parte di un gruppo di amici che sta presenziando all’udienza insieme ai legali della professoressa. Un gruppo di pochi estremisti di destra ha minacciato il gruppo all’arrivo: «Stai zitto o ti spacco la testa», hanno detto ai presenti. «Ci hanno fatto delle riprese con i telefonini, ci hanno ripreso e il nostro traduttore ci ha detto che ci stavano minacciando», ha detto l’avvocato Eugenio Losco. Del gruppo di una quindicina di persone italiane minacciate faceva parte anche Zerocalcare, oltre a esponenti di Giuristi democratici.


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