Il marito della donna morta di cancro dopo aver partorito il figlio: «Diceva sempre che la vita va difesa»

Francesco Favero racconta la storia della moglie Azzurra Carnelos

Francesco Favero è il marito di Azzurra Carnelos. Lei è morta sabato 13 aprile per un tumore al seno. Ha portato avanti una gravidanza senza fare la chemioterapia. E oggi lui la ricorda: «Andrà tutto bene, continuava a ripeterlo. Ha affrontato ogni momento con coraggio e convinzione. Ricordo ancora il suo sorriso quando il nostro bambino ha cominciato a dire mamma. Era felice così, nonostante tutto. Con il suo sacrificio ci ha regalato la vita». Favero racconta in un’intervista a Repubblica che lui e Azzurra si erano conosciuti «all’università, a Udine. Abbiamo fatto entrambi Economia e Commercio, ci siamo laureati lo stesso giorno. E dagli studi in poi ci siamo sempre tenuti stretti, uno accanto all’altra, anche al lavoro. Siamo analisti finanziari, a un certo punto siamo andati a lavorare a Milano insieme. Ci siamo sempre spinti, nessuno ha mai tirato indietro l’altro. Era tutto meraviglioso, lo è stato fino a quel giorno».


La malattia

La moglie ha scoperto di essere malata quando «tra fine gennaio e inizio febbraio del 2019 si era accorta di avere un nodulo al seno, la prese subito molto seriamente. La nonna a cui era molto legata era morta di tumore al seno, disse che le era addirittura apparsa in sogno e che per questo voleva andare subito a fare gli esami. Purtroppo le analisi hanno confermato tutto». A quel punto lei «temeva che la chemioterapia le impedisse di avere una gravidanza». Favero ci tiene a precisare che «noi crediamo fermamente nella medicina, quindi abbiamo seguito il percorso consigliato dai medici. Azzurra ha fatto la chemio e ha risposto subito benissimo. A fine 2019 lei si considerava guarita. Anche ai controlli successivi tutto benissimo. Il 2 giugno 2022 ci siamo sposati e a febbraio dell’anno successivo ha scoperto di essere incinta».


La recidiva

La recidiva è comparsa dopo 180 giorni: «Era circa al sesto mese, quando ha iniziato a sentire dei dolori. Siamo corsi in ospedale a Treviso e abbiamo scoperto che la malattia era inaspettatamente ripartita. Lei ha affrontato la scoperta con coraggio, si è rimboccata le maniche. Io ho abbandonato il lavoro per starle accanto 24 ore al giorno. Ho vissuto in ospedale, dormivo lì, mangiavo lì». Azzurra aveva solo il desiderio di far nascere il figlio Antonio: «Occorreva arrivare alla 32esima settimana. Le sono stati dati solo farmaci che non nuocessero al feto, ma poi ha dovuto sospendere anche quelli. La chemioterapia vera l’ha fatta solo dopo il 2 agosto 2023, giorno in cui è nato il nostro bambino». Poi è morta: «La vita va difesa, lo diceva spesso mentre premeva al petto il suo corpicino. Lo accudiva, lo teneva in braccio, nonostante i dolori e le mille difficoltà. Le ultime settimane le abbiamo trascorse ideando un piano per crescere Antonio. Abbiamo deciso insieme, ancora una volta. Io cambierò lavoro e starò vicino a nostro figlio. Così il suo sacrificio non sarà stato vano».

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