Ma come fanno i marinai a gonfiarsi le pensioni: «Bastano 15 mila euro»

Un maresciallo addetto alla gestione delle pratiche cambiava gli importi in cambio di tangenti

Una frode ai danni dell’Inps. Attraverso un meccanismo corruttivo radicato nella Marina Militare. E che oggi vede sotto indagine 20 persone a Roma. Tra cui il maresciallo Francesco Restivo. Ovvero l’addetto alla gestione delle pratiche per le pensioni della forza armata. Sono 15 i militari nei confronti dei quali il giudice delle indagini preliminari della Capitale ha disposto il sequestro di 649 mila euro. Di cui 550 mila come profitto della truffa e quasi centomila come prezzo della corruzione. Restivo aveva la qualifica di primo capo nucleo Determinazioni pensioni del IV Reparto trattamento pensionistico. E aveva quindi le credenziali di accesso alle piattaforme informatiche Inps per il caricamento degli importi certificati per il Tfs (il Tfr degli statali) e della pensione.


E lui, spiega oggi Il Messaggero, «direttamente o per il tramite di terzi collaboratori che hanno agito dietro le sue indicazioni -si introduceva abusivamente nelle piattaforme informatiche, maggiorando gli importi delle retribuzioni, delle indennità speciali, delle altre voci del Tfs e delle pensioni» di almeno 17 colleghi, come si legge nel decreto di sequestro. Il prezzo della tangente era di 15 mila euro. I “clienti” erano prossimi al congedo. E volevano aumentare il vitalizio. Restivo «sistematicamente predisponeva documenti falsi, idonei a indurre in errore gli uffici dell’Inps, che di conseguenza liquidavano somme non dovute o maggiorate ai beneficiari militari della Marina Militare in servizio o non, i quali, a loro volta, corrispondevano illecite utilità al pubblico ufficiale». Facendo risultare un imponibile diverso da quello reale. A volte con trucchi come trasformare i pagamenti in lire in pagamenti in euro. Per incidere sul trattamento pensionistico e sulle buone uscite.


Leggi anche: