Chiara Ferragni in cerca di soci? La frenata sulla crisi di Fenice dopo il caso Balocco: «Molti contatti, ma non si vende»

Non è chiaro a quanto ammonti il danno economico del caso pandori: poco secondo la società, oltre il 40% dei ricavi secondo le recenti indiscrezioni riportate dal Messaggero

Fenice, la società che gestisce l’abbigliamento a marchio Chiara Ferragni ha smentito di essere alla ricerca di nuovi azionisti. Diniego che pare pesante nella disamina pubblicata da Repubblica poiché sostanzialmente conferma che la vendita del 27% delle azioni annunciata a giugno è saltata e che quindi al momento non ci sarebbe nessuno pronto a dare nuova linfa alla società, la cui situazione economica è stata resa più fragile dal caso Balocco tanto da richiedere un apporto di capitale di circa 6 milioni di euro. A determinare l’impellenza, infatti, sembra essere la caduta dei ricavi di oltre il 40% fatta filtrare ieri dal Messaggero la quale fa seguito alla multa di 400 mila euro comminata dall’Antitrust. Solo la prima delle sanzioni alle società riconducibili a Ferragni. Poco dopo era infatti arrivata anche quella di 675 mila euro a Tbs Crew, oltre a quella di 420 mila a Balocco. Poco importa se la regina delle influencer ha fatto ricorso contro la decisione dell’Antitrust. Il danno economico è già visibile.


«Molti contatti, ma non vendiamo»

In un comunicato del 27 aprile Fenice – che a gennaio 2023 era comunque stata valutata, come rivelato da Open, un ventesimo di quanto Ferragni chiede ora – precisa «di non aver riscontrato fino a metà dicembre 2023 alcuna contrazione del proprio fatturato». Nel 2023 l’imprenditrice aveva fatto stimare la propria quota, corrispondente al 32,5% di Fenice Srl, ottenendo una valutazione di 1,5 milioni di euro. Significa che l’intera società valeva al momento della valutazione venti volte meno rispetto ai 75 milioni su cui ora si calcola il potenziale aumento di capitale di 6 milioni di euro. Per quanto riguarda il 2024, «Fenice specifica di operare in più Paesi le cui performance sono state solo parzialmente impattate dagli eventi di dicembre ‘23».


«All’estero i ricavi sono diminuiti di poco»

L’ipotesi di Repubblica è che gli eventi del caso Balocco non abbiano avuto una risonanza estera tale da inficiare gravemente le condizione economica della società da cui ora, non solo per il nome che porta, l’imprenditrice 36enne si aspetta una rinascita. Sebbene sempre Fenice faccia sapere che non è stato avviata una trattativa con alcun investitore, contatti da parte degli interessati non sarebbero mancati nelle scorse settimane. Tra questi contatti sicuramente Fenice si riferisce anche a quelli con il club deal organizzato dalla fondatrice di AVM Giovanna Dossena a cui l’Alchimia di Paolo Barletta e Lorenzo Castelli, che ora detiene il 40% ma che avrebbe dovuto vendere fino al 27% della compagnia al club per circa 20 milioni di euro. Gran parte delle azioni rimanenti sono invece posseduta dalla società Sisterhood intestata a Chiara Ferragni, mentre tra i soci di minoranza, immutati, ci sono Esuriens e N1 di Pasquale Morgese.

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