Europee, l’indipendente Tarquinio agita le acque del Pd: «A Gaza non un genocidio ma operazione di pulizia etnica»

Il candidato voluto da Schlein torna sul no alle armi per Kiev: «Se è un partito di sinistra deve cambiare idea sull’invio delle armi»

Sono evidenti gli attriti interni che la candidatura da indipendente di Roberto Vannacci sta generando nella Lega. Anche nello schieramento opposto, tuttavia, creano fibrillazioni le dichiarazioni di un candidato civico alle Europee. Si tratta di Marco Tarquinio, non iscritto al Partito democratico, che correrà per il Nazareno nella circoscrizione Centro. L’ex direttore di Avvenire, intervistato ai microfoni de L’attimo fuggente, condotto da Luca Telese e Giuliano Guida Bardi su Giornale Radio Fm, interviene su questioni di politica estera. E lo fa sconfessando la linea dei Dem circa le forniture di aiuti militari all’Ucraina. «Il Pd cambierà idea sull’invio di armi? Se un partito di sinistra non è in grado di tenere alta l’idea che la politica e la diplomazia valgono più delle armi e che la pace è l’obiettivo da realizzare, ma che cosa sta dicendo al mondo, alla società alla quale si rivolge, all’Europa che vogliamo fare?». Il pacifismo “spinto” di Tarquinio non è una sorpresa. Quando la sua candidatura era ancora in discussione, diversi dirigenti del Pd avevano mosso delle riserve: «Sull’Ucraina, il Pd si è sempre schierato a sostegno di Kiev, votando per l’invio delle armi. Nel manifesto elettorale del Pse, il partito europeo di cui facciamo parte, è scandito con chiarezza che non faremo mancare il sostegno a Kiev», aveva detto Lia Quartapelle.


La deputata, in un post su Facebook, si riferiva esplicitamente a Tarquinio. E rincarava sul tema delle spese militari: «Faremo anche quel che è necessario perché l’Unione europea nei prossimi anni si assuma maggiori responsabilità per la propria sicurezza e difesa, attuando una forte politica di sicurezza e di difesa comune europea che operi in modo complementare alla Nato e sostenendo lo sviluppo dell’industria europea della difesa». Insomma una divergenza totale da quanto afferma oggi – 29 aprile – Tarquinio: «Sono contrario da sempre all’invio di armi in qualunque teatro di guerra. Sono per stare accanto in ogni altro modo possibile ai popoli aggrediti. La guerra in Ucraina, due anni dopo e in uno scenario che abbiamo inzeppato di armi, si sta solo aggravando». Il candidato nella lista dei Dem critica aspramente anche lo Stato di Israele: «In Palestina non parlerei di genocidio, è una parola pesante che va usata a ragion veduta, ma Israele sta compiendo un’operazione di pulizia etnica. C’è una tendenza a svuotare un territorio da quelli che lo abitano, si chiama “Domicidio”, la distruzione sistematica delle case».


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