Inchiesta Liguria, per la procura «non c’è nessun obbligo» di sentire Toti. Da lunedì analisi dei dispositivi del governatore

Sarà riascolta dai pm anche la versione del figlio di Spinelli. In particolare la frase sui «finanziamenti illeciti», smentita dal diretto interessato

Si terranno la prossima settimana gli accertamenti tecnici irripetibili su telefoni, tablet, pc e altri dispositivi informatici degli indagati nell’inchiesta della Procura di Genova con al centro casi di corruzione e che ha portato ai domiciliari, tra gli altri, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Lunedì dovrebbero essere effettuate le copie forensi dei dispositivi del governatore, i quali poi saranno analizzati per acquisire messaggi, email o altro di utile per le indagini. Toti «così come qualsiasi indagato, può presentare una memoria» o fare «spontanee dichiarazioni al Riesame», ha precisato procuratore capo di Genova. Perché, come spiegano in procura, «in questa fase non è più un interrogatorio di garanzia» e dunque il pubblico ministero «non è obbligato a farlo».


I pm riascolteranno la registrazione di Spinelli jr

I pm di Genova, riascolteranno, forse già da lunedì, il file della registrazione dell’interrogatorio di Roberto Spinelli, figlio di Aldo, e in particolare le frase che riguarda i «finanziamenti illeciti». Lo stesso figlio dell’imprenditore, con una comunicazione dei legali di ieri, ha sostenuto di aver detto invece «finanziamenti leciti». Per gli inquirenti fa fede la trascrizione effettuata e, comunque, da quanto chiarito, questo aspetto non cambia il quadro per l’imputazione di corruzione anche a carico di Toti. L’ipotesi di reato è costruita su versamenti, anche se tracciati, al Comitato di Toti in cambio dei quali il presidente della Liguria avrebbe messo a disposizione la sua funzione, nell’ipotesi accusatoria, a favore del gruppo Spinelli. Intanto, fino a lunedì alle 23.59 gli indagati, Toti compreso, avranno tempo per presentare ricorso al Riesame sulle misure cautelari.


Le parole di Giorgio Carozzi sulla concessione al gruppo Spinelli

Giorgio Carozzi, ex giornalista componente del comitato di gestione del porto in rappresentanza del Comune di Genova, è stato sentito come teste ieri. Aveva votato a favore della proroga della concessione trentennale al gruppo Spinelli del Terminal Rinfuse. «Ho votato in scienza e coscienza in base a cinque considerazioni che ho fatto, nessuno mi ha fatto pressioni, se c’è qualcun altro che le ha fatte a qualcuno non era un problema mio», ha detto all’ANSA il componente del comitato di gestione del porto per il Comune di Genova. «Non posso dire nulla di quello che ho detto ai pm – ha spiegato – dico che dagli atti emergono ricostruzioni approssimative».

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