Decreto Salva casa approvato in Cdm, esulta Salvini: «Lo avevamo promesso e lo abbiamo fatto». Il redditometro? «Un ricordo del passato»

Il leader della Lega definisce il provvedimento «di buonsenso» e, in conferenza stampa, afferma: «È una rivoluzione liberale che risolverà i problemi per milioni di italiani»

È consuetudine, nei discorsi di Matteo Salvini, sentirlo elencare cose. È da una lista che parte la conferenza stampa in cui annuncia l’approvazione del decreto Salva casa: «vetrate, tende, verande, soppalchi, gradini, grondaie, pareti, finestre, porte». Tutte le modifiche all’interno delle abitazioni potranno essere sanate. «Non è un condono sull’esterno», specifica il leader della Lega, e non riguarda «la villa abusiva con piscina o i tre piani costruiti in più senza autorizzazione». La maggioranza delle case degli italiani, afferma Salvini, risente di questo problema: la suddivisione degli spazi interni non corrisponde a quanto indicato sulle piantine catastali. «A decreto pubblicato, conto che tantissima gente vada in Comune a pagare quello che deve e le amministrazioni si alleggeriscano di milioni di pratiche sulla difformità, stimate in 4 milioni». A mo’ di esempio, il ministro delle Infrastrutture racconta di procedure aperte per 3 centimetri di finestra più ampia rispetto alla luce originaria prevista per l’immobile.


Con questo condono interno, «il Comune incassa e il cittadino rientra in pieno possesso del suo bene». Ovvero – e il ministro parte con un’altra lista – «può vendere, può comprare, può rogitare, può mutuare». Tra gli altri punti affrontati dal decreto, c’è l’ampliamento delle tolleranze costruttive ed esecutive e «la semplificazione dell’accertamento di conformità»: quest’ultima si sostanzia nell’eliminazione della doppia conformità, che d’ora in poi sarà richiesta solo per i casi più gravi. Ancora, il decreto Salva casa segna «la fine del paradosso del silenzio rigetto, con l’introduzione del silenzio assenso». Vale a dire che «se l’amministrazione non risponde entro i termini prestabiliti, l’istanza si considera accettata». Infine, sarà più semplice anche ottenere il cambio di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari.


Il commento delle associazioni di categoria

«Lo avevamo promesso e lo abbiamo fatto», esulta Salvini. Che definisce il provvedimento «di buonsenso». Di più: «È una rivoluzione liberale che risolverà i problemi per milioni di italiani». Il leader della Lega sottolinea che ci sono voluti «nove mesi di lavoro» per arrivare alla definizione del decreto. «È una bellissima giornata – conclude – non solo per i proprietari, ma anche per gli inquilini e per tutto il settore dell’edilizia». In contemporanea alla conferenza, lo staff di Salvini condivide le dichiarazioni degli attori che operano nell’immobiliare. C’è Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, che parla di «buona notizia». E c’è Gian Battista Baccarini, presidente della Federazione italiana agenti immobiliari professionali: «Accogliamo con favore le misure atte a sbloccare le centinaia di migliaia di pratiche edilizie che intasano gli uffici tecnici comunali, creando nervosismo o, peggio, contenziosi contro la pubblica amministrazione, con conseguenti disagi e costi sociali».

Non c’è la norma Salva-Milano

Nel provvedimento non è stata inserita la cosiddetta norma Salva-Milano – che varrebbe anche per altre grandi città – e che riguarda alcune ristrutturazioni edilizie del capoluogo lombardo su cui si è acceso l’interesse della Procura. Salvini, però, dice di auspicare che il Parlamento intervenga, attraverso qualche emendamento, per inserire la misura in fase di conversione del testo. Questa idea sarebbe stata già anticipata al sindaco di Milano Giuseppe Sala. Infine, il vicepremier leghista fa un passaggio sul tanto discusso redditometro che è stato approvato e poi sospeso nel giro di pochi giorni dal governo Meloni. In Consiglio dei ministri «c’è stato un chiarimento» sul redditometro dichiara Salvini, spiegando che «l’intera maggioranza si è impegnata a rileggerlo scrivendo a più mani il provvedimento, non il redditometro. È un triste ricordo del passato, ci siamo impegnati a rivederci e a ragionarci insieme con la cautela che un tema cosi delicato merita».

La nota ufficiale del ministero delle Infrastrutture

«Approvato dal Cdm il decreto Salva casa, fortemente voluto dal vicepremier e ministro Salvini. L’obiettivo è “liberare” gli appartamenti ostaggio di una normativa rigida e frammentata che ne ostacola la commerciabilità e talora preclude l’accesso a mutui, sovvenzioni e contributi. Il decreto interviene solo nelle casistiche di minore gravità, incidendo sulle cosiddette lievi difformità. In particolare: su quelle formali derivanti da incertezze interpretative della disciplina vigente rispetto alla dimostrazione dello stato legittimo dell’immobile; sulle difformità edilizie delle unità immobiliari, risultanti da interventi spesso stratificati nel tempo, realizzati dai proprietari dell’epoca in assenza di formale autorizzazione; sulle parziali difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi, a causa della disciplina della cd. “doppia conformità”. Il decreto inoltre semplifica le procedure vigenti: è introdotto il regime di silenzio-assenso, principio particolarmente rilevante e che va nella direzione della massima semplificazione. Significa che se l’amministrazione non risponde nei tempi previsti l’istanza del cittadino è accettata. Infine si introduce la possibilità di installare tende e strutture di protezione dal sole e da eventi atmosferici, in regime di edilizia libera. La norma mira anche a decongestionare gli uffici tecnici comunali sepolti da migliaia di pratiche. Il provvedimento prevede sanzioni che sono proporzionali all’aumento di valore dell’immobile e potranno essere utilizzate, tra l’altro, nella misura di 1/3, per progetti di recupero e rigenerazione urbana. Nel testo, come già annunciato lo scorso 17 maggio, non c’è la cosiddetta norma Salva-Milano per alcune ristrutturazioni edilizie del capoluogo lombardo su cui si è acceso l’interesse della Procura. L’idea di Salvini, già condivisa con il sindaco Giuseppe Sala, è di intervenire in fase di conversione del testo»

Il video della conferenza stampa

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