Diabete, arriva il via libera dell’Ema all’insulina settimanale: «È una rivoluzione»

La decisione dell’agenzia dell’Unione europea arriva a 101 anni di distanza dalla scoperta del farmaco salva-vita

A distanza di 101 anni dalla scoperta dell’insulina i pazienti diabetici possono festeggiare la «prima grande innovazione», esulta Associazione Medici Diabetologi, del farmaco salva-vita. L’Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha approvato la prima insulina da somministrare una volta a settimana, e non tutti i i giorni, per il trattamento dei pazienti adulti. Significa passare da un minimo di 364 iniezioni all’anno a 52, una «notizia epocale per il concreto miglioramento che offre alla qualità della vita», ha commentato Emilio Augusto Benini, presidente di Fand Associazione Italiana Diabetici. L’annuncio è arrivato dall’azienda farmaceutica Novo Nordisk, con una nota che spiega come «negli studi clinici di fase 3 l’insulina settimanale ha permesso una riduzione della glicemia (misurata come variazione dell’emoglobina glicata HbA1c) rispetto all’insulina basale giornaliera, favorendo il controllo glicemico nelle persone con diabete di tipo 2.  Le malattie croniche non trasmissibili sono collegate agli stili di vita e al contesto in cui si vive, con un impatto anche sulla qualità delle relazioni sociali». Fra queste patologie c’è il diabete, una malattia di cui in Italia soffrono almeno 4 milioni di persone, circa il 6 per cento della popolazione, ma che si teme sia sottostimata tanto che le mancate diagnosi potrebbero essere 1,5 milioni. Nella nota si sottolinea come il passaggio alla somministrazione settimanale abbia un impatto anche in termini di sostenibilità ambientale, favorendo la riduzione delle emissioni di Co2. Ma certo la rivoluzione più grande è per le persone che si trovano in questa condizione e che per anni hanno dovuto organizzare le proprie giornate, i propri impegni, le proprie vite, sulla puntura di insulina quotidiana.


In attesa dell’Aifa

«Adesso rivolgiamo un appello ad Aifa – Agenzia italiana del farmaco – , affinché non mortifichi con lunghe attese il nostro entusiasmo e dia priorità all’approvazione anche in Italia», ha dichiarato Benini, «affinché si possa dare il via nell’immediato alla distribuzione dell’insulina basale settimanale». A spiegare l’importanza di questo cambiamento è il presidente della Società italiana di diebetologia (Sid), Angelo Avogaro, che chiede. anche all’Aifa di dare presto un parere favorevole: È« una innovazione attesa da tempo sia per le persone con diabete di tipo 1 e 2, per gli effetti positivi sia dal punto di vista clinico che sociale. Si tratta di un miglioramento evidente nella gestione della malattia, con ripercussioni positive sia sulla qualità di vita che sull’aderenza al trattamento. La necessità della somministrazione quotidiana, infatti, può essere stressante e influire sulla continuità di trattamento». Nel comunicato Novo Ordisk ribadiva come la somministrazione quotidiana costituisse una forte barriera alle nuove diagnosi, e infatti «i dati mostrano infatti che il 50% delle persone con diabete che necessitano di terapia insulinica ritardano di oltre 2 anni l’inizio del trattamento, con ripercussioni sulla gestione della patologia e delle sue complicanze». Per questo l’associazionismo di settore è entusiasta dell’approvazione del farmaco. «La nuova insulina basale», spiega Avogadro, «viene somministrata sottocute, una sola volta alla settimana, e ha mostrato di migliorare il controllo glicemico, rispetto alla versione giornaliera, senza un aumento del rischio di ipoglicemia. I vantaggi sono notevoli e le formulazioni settimanali rilasciano l’insulina in modo più costante, riducendo i picchi e i cali di zucchero nel sangue e il rischio di ipoglicemia grave. Il migliore controllo glicemico a lungo termine può anche ridurre il rischio di complicazioni diabetiche come malattie cardiache, ictus, nefropatia e retinopatia. Meno iniezioni offrono più flessibilità per la routine quotidiana, viaggi e attività sociali. E ridurre le iniezioni frequenti può diminuire lo stress, l’ansia e la depressione associati al diabete».


Foto di copertina: Serhii Neznamov su Dreamstime.com

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