Roma, arrestati due gemelli che provavano ad occupare un immobile: «I Cpr troppo pieni per ospitarci». Il giudice li fa scarcerare


Erano le 11 della mattina di ieri, 5 giugno, quando è arrivata una chiamata alla polizia di Tor Carbone (Roma): una donna segnalava di aver visto due uomini che provavano a scassinare una porta. Allertata dai rumori, si era avvicinata allo spioncino e li aveva visti armeggiare con un piede di porco. I due erano perfettamente identici, fatte salve le magliette che indossavano: una era bianca, l’altra nera. Quando sono arrivate le forze dell’ordine sul posto, hanno appurato che la porta dell’immobile in questione, di proprietà dell’Ater, era stata completamente danneggiata e quasi divelta. Dei due, però, sembrava non esserci traccia.
L’arresto
I poliziotti hanno dunque iniziato a cercarli: un agente si è spinto fino all’ultimo piano. Arrivato in cima alla rampa delle scale, è stato aggredito a suon di calci e spinte dai due giovani che si erano nascosti dietro un muretto di cemento in attesa del suo arrivo. I due hanno provato a darsi alla fuga, senza successo: fatti salire sull’auto di servizio della polizia, hanno iniziato a colpire il veicolo con calci e testate. Mentre ripetevano: «Lasciateci andare o vi apriamo le testa». Si sono rifiutati di fornire le loro generalità, ma è servito a poco: è stato presto possibile ricostruire che si tratta di due gemelli, classe 1998, nati in Tunisia e residenti in Italia, ma senza fissa dimora.
Le motivazioni
Oggi, 6 giugno, si sono presentati davanti al Tribunale monocratico di Roma per rispondere dei reati di danneggiamento aggravato, resistenza e lesioni al Pubblico Ufficiale e rifiuto di fornire le proprie generalità. In aula, però, hanno ammesso senza esitazione le loro colpe, e chiesto scusa all’operante colpito. Hanno specificato che a spingerli è stata la disperazione: da tempo ormai vivono in strada, e avevano bisogno di un tetto sopra la testa. Questo perché sono arrivati in Italia nel febbraio del 2023, richiedendo l’asilo politico. Dopo un breve soggiorno nel Cpr di Caltanissetta non sono riusciti a trovare un altro centro che li potesse ospitare: hanno dichiarato di aver fatto domanda in altre strutture, ma gli è stato risposto che erano tutte al completo.
La sentenza
Il pm Gianluca Mazzei, per loro, ha chiesto la convalida dell’arresto e l’obbligo di firma. Ma il giudice, considerando che i due fratelli sono incensurati e senza carichi pendenti, ne ha ordinato l’immediata scarcerazione. L’arresto è stato convalidato, ma non è stata accolta la richiesta di misure cautelari. Adesso si attende il processo, che avverrà nelle forme del rito abbreviato o del patteggiamento.
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