4 mila comuni a rischio di spopolamento. Ma in 10 anni solo il 17% dei progetti contro la fuga dei residenti è stato concluso
L’Italia si sta svuotando. Soprattutto nelle aree interne, dove la perdita di residenti si attesta al 5% sul 2014, contro il 2,2% della media nazionale. In particolare, quelli più periferici registrano un calo del 7,7% nel decennio. A fare i conti dello spopolamento che interessa tutta la Penisola, dal comune più piccolo (Morterone, 34 abitanti al 1° gennaio 2024, in provincia di Lecco) a quello più popoloso (Gela, 70.811abitanti, in provincia di Caltanissetta), è il Sole 24 Ore. Le misure per prevenire la fuga dei residenti sono poco concrete: nel Ddl di Bilancio 2025 è persino scomparso il contributo per i piccoli Comuni, con una popolazione sotto i mille abitanti (1.383 in totale).
La mappatura
Nelle aree interne, precisa il giornale economico-finanziario, si trova il 48% dei Comuni italiani, dove vivono 13,6 milioni di persone (poco meno di un quarto della popolazione italiana). Su un totale di 3.834 Comuni, 382 sono quelli meno serviti per il tempo medio di percorrenza per raggiungere i servizi essenziali legati a salute, istruzione e mobilità, risulta superiore ai 65 minuti. Più nello specifico, tra questi 42 si collocano in provincia di Salerno, 38 in provincia di Nuoro e altrettanti in provincia di Potenza. Altri 28 rispettivamente sia a Bolzano sia a Brescia e 22 in provincia di Chieti e così via. In queste aree lo spopolamento colpisce duramente.
Calo delle nascite ed emigrazione
Ma non solo. Nei comuni ultraperiferici si è, inoltre, registrato un calo delle nascite del 36,1% e il tasso di natalità si presenta sotto la media nazionale. Mentre l’emigrazione all’estere dalle aree interne risulta più elevata della media: 2,3 espatri ogni mille abitanti nel 2023, contro l’1,8% a livello nazionale.
Le politiche nazionali che non funzionano
Le politiche per contrastare lo spopolamento e il declino demografico, come la Strategia nazionale per il rilancio delle aree interne (Snai), in dieci anni hanno finanziato con 496,9 milioni di euro (stanziati) 2.148 progetti dalla Val di Sole ai Nebrodi, passando per l’Alta Tuscia. Di questi, solo il 17% sono stati conclusi e il 5% dei liquidati. Mentre il 59% è ancora in corso e il 20% – quindi uno su cinque – non vedrà mai la luce. Il ciclo successivo di programmazione, 2021-2027, è ancora in fase di definizione. Per sindaci e amministratori locali è, quindi, caccia alle contromisure e ai finanziamenti nelle pieghe del Pnrr e della legge di bilancio.
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