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L’Inps ammette: «Errore nostro». E rinnoverà il certificato di disabilità al bambino malato di tumore

L'ente previdenziale aveva convocato il piccolo, con un neuroblastoma, per una visita in modo da accertare il suo stato e così concedere il congedo lavorativo alla madre. Ma il ragazzino non era potuto andare perché è immunodepresso

«Ci siamo attivati subito per verificare la situazione e ci dispiace per l’accaduto, soprattutto perché c’è stato un errore nel convocare il bambino in visita. Nelle situazioni grave come queste ci sono tutti i presupposti per gestire agli atti le domande». Così l’Inps ha risposto alla richiesta d’aiuto di Alice Manconi, madre di un bambino di 6 anni affetto da quasi un anno e mezzo da un neuroblastoma. La donna si era rivolta a Repubblica per denunciare la condizione di incertezza in cui la sua famiglia versava. Senza certificato di disabilità non poteva ottenere il congedo da lavoro e assistere così il suo piccolo. Il figlio era stato convocato per una visita in modo da avviare le pratiche per il rinnovo del congedo. Ma non era potuto andare perché stava facendo radioterapia ed è immunodepresso. Da qui lo stallo burocratico ora risolto.

Le scuse dell’Inps

A scusarsi in prima persona con la famiglia è il direttore dell’Inps piemontese Vincenzo Ciriaco. Quest’ultimo chiarisce che la convocazione del bambino è stata un errore. E che il 30% dei casi viene gestito agli atti: «Spetta ai medici intercettare le situazioni gravi ma c’è stato un disguido, che abbiamo risolto già in giornata». Ciriaco quindi spiega: «La signora riceverà presto il rinnovo del provvedimento sanitario. E potrà stare più tranquilla. Anche se a livello amministrativo il procedimento per il congedo straordinario era già stato riconosciuto e prorogato, in attesa di definire il procedimento sanitario del bambino». Il direttore poi stigmatizza anche la risposta che la madre aveva ricevuto per mail a fronte della sua protesta per l’assenza motivata del figlio: «La sala d’attesa non è “una sala giochi”» le era stato detto, «toni che non appartengono all’istituto», per Ciriaco. Sul ritardo poi il direttore conclude: «C’è stato ma contenuto».

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