Dopo il West Nile arriva (ancora) il virus chikungunya: 800 casi in Francia, i primi in Emilia. Cos’è e quali sono i sintomi dell’infezione tropicale


Prima la dengue, poi il West Nile. Sullo sfondo, sempre più minaccioso con forti echi alla situazione di 20 anni fa, si fa spazio un nuovo allarme: quello del chikungunya. Trasmesso da semplici punture di zanzara, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) 119 Paesi e quasi 5,6 miliardi di persone sarebbero a rischio infezione. Il timore è che si ripeta quanto accaduto tra il 2004 e il 2005, quando mezzo milione di persone fu messo in ginocchio da un’epidemia proprio di chikungunya.
L’origine del nome e i sintomi del chikungunya
Il virus chikungunya prende il nome da una parola usata dal popolo Makonde in Tanzania, dove per prima fu scoperta negli anni Cinquanta. Il nome significa «ciò che si piega», con evidenti riferimenti ai fortissimi dolori articolari che costringono chi ne soffre a piegarsi. Tra gli altri sintomi ci sono febbre improvvisa, gonfiore articolare, mal di testa, nausea e affaticamento. La malattia esplode 4-8 giorni dopo la puntura di zanzara infetta e si risolve solitamente nel giro di qualche giorno. Ci sono rari casi di complicazioni oculari, cardiache e neurologiche che riguardano soprattutto anziani o persone che soffrono di altre patologie.
La diffusione in Francia e i casi italiani
La diffusione della chikungunya al momento è abbastanza contenuta. I primi casi sono stati registrati a inizio 2025 a La Réunion, isola francese al largo del Madagascar. Qui circa il 30% della popolazione era risultato infetto. Presto i casi hanno iniziato a diffondersi nei Paesi più vicini: Madagascar, Kenya, Somalia e India. Finché, grazie al turismo e all’ingente spostamento umano, sono arrivati in Francia. Dal 1° maggio nel Paese europeo si conterebbero circa 800 casi, molti di questi persone che sono state di recente in luoghi tropicali. Dodici focolai, però, si sono sviluppati «localmente» anche vicino al confine con la Spagna: «C’è un rischio significativo di trasmissione autoctona nella Francia continentale», hanno fatto sapere le autorità sanitarie francesi. «È probabile che vengano identificati ulteriori casi, anche al di fuori delle consuete aree di trasmissione». In Italia al momento risultano solo due casi, entrambi in Emilia-Romagna nel bolognese.